L’operazione “Khoya”, recentemente conclusa dai Carabinieri del Comando Provinciale di Biella sotto la direzione della Procura della Repubblica, ha portato a una significativa disarticolazione di una rete di distribuzione di sostanze stupefacenti radicata nel territorio biellese e collegata a fornitori operanti nell’area milanese.
L’indagine, protrattasi per diversi mesi, ha impiegato tecniche di monitoraggio e analisi approfondite, concentrandosi sia sugli acquirenti occasionali che sui canali di smercio al dettaglio, per risalire ai vertici dell’organizzazione criminale.
L’approccio investigativo si è basato su una combinazione di attività di appostamento, intercettazioni telefoniche e ambientali, e una complessa analisi dei flussi finanziari, rivelando un sistema strutturato e ben organizzato.
Non si è trattato semplicemente di una questione di vendita occasionale, ma di una vera e propria filiera, con ruoli ben definiti e una logistica sofisticata per eludere i controlli.
Al termine delle indagini, cinque individui sono stati individuati e colpiti da un provvedimento di divieto di accesso al territorio biellese, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari.
Questi soggetti, identificati come fornitori di stupefacente, autisti incaricati del trasporto e spacciatori operanti al dettaglio, rappresentano un anello cruciale nella catena criminale.
L’esecuzione delle misure cautelari ha permesso il sequestro di un ingente quantitativo di materiali informatici, tra cui cellulari, computer desktop e portatili, oltre a numerose agende e taccuini, che costituiscono una preziosa fonte di informazioni per ricostruire le dinamiche dell’organizzazione e identificare ulteriori complici.
Particolare attenzione è stata dedicata al recupero di dati digitali, grazie all’impiego di periti informatici specializzati nel contrasto alla criminalità organizzata.
Sono stati inoltre rinvenuti e sequestrati strumenti utilizzati per la pesatura e il confezionamento dello stupefacente, elementi tangibili che testimoniano la professionalità e la meticolosità dei responsabili.
L’operazione “Khoya”, il cui nome richiama un antico termine arabo legato alla ricerca e alla scoperta, si inserisce in un più ampio contesto di contrasto alla criminalità organizzata nel territorio piemontese, e sottolinea l’importanza di una collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine e la magistratura per tutelare la sicurezza dei cittadini e preservare la legalità.
Le indagini proseguono, con l’obiettivo di identificare e perseguire tutti i soggetti coinvolti nella filiera criminale e di disarticolare completamente la rete di distribuzione dello stupefacente.
La speranza è che questo intervento possa contribuire a ridurre il fenomeno dello spaccio e a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare i giovani, spesso bersaglio di queste attività illecite.






