Si è conclusa a Bra (Cuneo) un’edizione di Cheese che si preannuncia come un punto di svolta nella sua storia pluriennale, segnando un picco di affluenza mai registrato in precedenza.
La rassegna, consacrata come il principale osservatorio internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo, ha trascendentato la mera esposizione commerciale, configurandosi come un vero e proprio crogiolo culturale e un’esperienza collettiva intensa e coinvolgente.
Oltre ai confini nazionali, un flusso costante di visitatori – appassionati, famiglie, studenti, esperti del settore e acquirenti internazionali – ha invaso le vie di Bra, creando un’atmosfera vibrante e testimoniando la crescente rilevanza dell’evento nel panorama agroalimentare globale.
L’esaurimento dei posti disponibili per gli eventi collaterali – dai laboratori sensoriali alla Casa della Biodiversità, dagli incontri dedicati al rapporto tra cibo, viaggi e territorio, alle iniziative didattiche per i più giovani – sottolinea la sete di conoscenza e di esperienze autentiche che anima il pubblico.
Cheese non è semplicemente una fiera, ma un’occasione per riflettere sul significato profondo del cibo.
Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha espresso con chiarezza questa visione, denunciando l’uso distorto della fame come strumento di conflitto e di controllo sociale – un’aberrazione etica che contrasta con il ruolo che il cibo dovrebbe avere: quello di favorire l’incontro, il dialogo e la riconciliazione.
Questo impegno si traduce in un’azione concreta, la partecipazione alla marcia per la pace Perugia-Assisi, a testimonianza di come l’associazione si batta per un futuro in cui l’accesso a cibo sano e dignitoso sia un diritto fondamentale, pilastro di una società più giusta e pacifica.
L’importanza di Cheese si radica quindi nella sua capacità di generare consapevolezza, promuovendo un’agricoltura sostenibile, valorizzando le tradizioni locali, e riscoprendo il valore intrinseco della biodiversità.
La manifestazione si configura come un faro per chi crede in un modello alimentare alternativo, incentrato sul rispetto dell’ambiente, sulla tutela dei produttori artigianali e sulla promozione di una cultura gastronomica radicata nel territorio.
L’evento, più che mai, invita a considerare il cibo non come una merce, ma come un elemento essenziale per la costruzione di un futuro più equo e sostenibile per tutti.






