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lunedì 3 Novembre 2025

Corteo a Cuneo per Gaza: un grido di allarme contro le violenze.

Un nuovo corteo, animato dalla ferma determinazione del coordinamento Cuneo per Gaza, ha riempito le strade della città, a distanza di pochi giorni dalla conclusione del presidio permanente in piazza Europa.

L’iniziativa, che ha visto la partecipazione stimata di oltre 150 persone, si è configurata come un atto di memoria e di denuncia, un grido di allarme contro le tragedie che insanguinano il mondo.
Il corteo, partito da piazza Europa e diretto a piazza Galimberti, ha voluto sottolineare come, al di là delle cronache e delle emergenze che si susseguono, esista una sofferenza umana che non può essere ignorata.

I manifestanti hanno espresso un profondo dolore per le vittime di conflitti in diverse aree geografiche, dall’Ucraina al Sudan, ma con particolare riferimento alla situazione in Palestina.

“Non si tratta di una guerra come le altre”, hanno dichiarato gli organizzatori in un comunicato, evidenziando la gravità della situazione e accusando Israele di attuare un genocidio, un annientamento sistematico di un intero popolo.

Questa affermazione, forte e incisiva, riflette la convinzione degli attivisti di fronte a una violazione inaccettabile dei diritti umani e del diritto internazionale.
La ripresa delle proteste è stata motivata anche dalle ripetute violazioni del cessate il fuoco da parte di Israele, che secondo le denunce degli attivisti, ha causato la morte di oltre 125 persone solo il 28 ottobre.

Questi numeri, freddi e statistici, rappresentano la concretizzazione di un dolore incommensurabile e alimentano la rabbia e la frustrazione di chi partecipa alle manifestazioni.
Il coordinamento Cuneo per Gaza, con questo nuovo corteo, ha ribadito la propria richiesta di un embargo militare nei confronti dello Stato israeliano e di una fine immediata della complicità dei governi che lo sostengono.

La richiesta di un embargo non è interpretata come un atto di ostilità verso la popolazione israeliana, bensì come un tentativo di pressione sul governo per costringerlo a rispettare il diritto internazionale e a porre fine alle violenze.
L’obiettivo primario degli attivisti è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere un cambiamento politico che possa garantire una pace duratura e una giustizia per tutti i popoli coinvolti in questi conflitti.
La manifestazione si pone quindi come un appello alla responsabilità globale, un invito a non rimanere indifferenti di fronte alle ingiustizie e alle sofferenze che affliggono il mondo.
La speranza è quella di generare un’onda di consapevolezza che possa portare a un’azione concreta e a un futuro più giusto e pacifico.

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