La tragica scomparsa di un detenuto cinquantenne, affetto da obesità severa e deceduto nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, ha dato il via a un’indagine preliminare condotta dalla Procura torinese.
La procura ha aperto un fascicolo per morte sospetta a carico di persone sconosciute, con l’obiettivo primario di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi che hanno portato al decesso e di accertare le possibili responsabilità.
A comunicare l’apertura del fascicolo è l’avvocato Luca Puce, legale del detenuto.
L’inchiesta si avvarà di una perizia autoptica, che sarà commissionata a un consulente medico designato dalla Procura, al fine di determinare le cause del decesso con la massima accuratezza scientifica.
La complessità del caso risiede non solo nella gravità delle condizioni fisiche del detenuto, stimato in un peso di 265 chilogrammi, ma anche nella vicenda travagliata dei suoi trasferimenti tra diverse strutture penitenziarie.
L’inadeguatezza delle infrastrutture carcerarie tradizionali a ospitare un individuo con esigenze così specifiche aveva determinato una serie di spostamenti che hanno sollevato interrogativi sulla gestione della sua assistenza sanitaria e sulla tutela della sua dignità.
Il detenuto era originariamente destinato al carcere di Cuneo, ma la sua permanenza in quella struttura si è rivelata impraticabile.
Successivamente, è stato ricoverato presso l’ospedale Santa Croce, per poi essere trasferito nel carcere di Marassi, a Genova, e infine a Torino, dove era stata predisposta una stanza appositamente adattata alle sue necessità.
La vicenda pone interrogativi significativi sulla capacità del sistema penitenziario di garantire un’adeguata assistenza ai detenuti con patologie croniche e disabilità fisiche.
L’episodio riemerge in un contesto più ampio di criticità relative alle condizioni di vita nei carceri italiani, dove sovraffollamento, carenza di personale e difficoltà di accesso alle cure mediche rappresentano sfide strutturali.
La pena residua del detenuto, prevista per il 2040, accentua ulteriormente il senso di ingiustizia e di tragicità che avvolge la vicenda.
L’indagine sarà cruciale per comprendere se le condizioni di detenzione abbiano contribuito, o addirittura determinato, il decesso, e per accertare eventuali negligenze o omissioni da parte del personale sanitario e penitenziario.
L’indagine promette di essere complessa, richiedendo un’analisi approfondita di documentazione medica, verbali di trasferimento e testimonianze, al fine di fare luce sulla verità e di garantire che vengano accertate le responsabilità di chiunque possa aver contribuito a questo tragico esito.








