Un nuovo paradigma per la gestione della manodopera stagionale nei vigneti delle Langhe, un’area vitivinicola di riconosciuto valore globale, prende forma.
Lo studio di fattibilità, recentemente concluso, frutto dell’iniziativa congiunta del Consorzio di Tutela Barolo e dell’impresa sociale Weco, mira a superare le criticità storiche legate all’impiego di lavoratori stranieri, spesso esposti a condizioni precarie e vulnerabili.
L’obiettivo non è semplicemente l’assunzione, ma la creazione di un sistema integrato che promuova la dignità del lavoro, la legalità e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Il piano operativo prevede, per il prossimo anno, l’inserimento di 120 lavoratori attraverso questo nuovo modello, con una proiezione di crescita del 20% annuo negli anni successivi.
Questa espansione non è un mero incremento quantitativo, bensì un impegno a estendere i benefici del sistema a un numero sempre maggiore di persone, contribuendo a ridurre la dipendenza da pratiche di lavoro irregolari e a contrastare lo sfruttamento.
L’ambizione è quella di definire un vero e proprio “modello Langhe” di responsabilità sociale applicato al settore vitivinicolo, un’eccellenza italiana esportabile in altre aree geografiche e settori economici.
Questo approccio non si limita a rispondere a un’emergenza sociale, ma aspira a ridefinire il concetto di valore aggiunto nella produzione di vino, integrando la qualità del prodotto con quella delle condizioni di lavoro.
La chiave di questo cambiamento risiede nella creazione di un’entità territoriale, una sorta di “hub” di governance condivisa, che coinvolga attivamente tutti gli stakeholder: istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, cooperative, aziende agricole, sindacati e rappresentanti dei lavoratori.
Questo organismo avrà il compito di coordinare e ottimizzare le risorse disponibili, garantendo la trasparenza dei processi e promuovendo la collaborazione tra i diversi attori del territorio.
L’iniziativa si colloca nel quadro del Protocollo d’Intesa promosso dalla Prefettura di Cuneo, volto alla prevenzione dello sfruttamento lavorativo nell’area di Alba, Langhe e Roero, e si articola attraverso diverse azioni concrete, tra cui l’Accademia della Vigna.
Quest’ultima, ideata e coordinata da Weco e sostenuta dal Consorzio di Tutela, rappresenta un elemento distintivo del modello, combinando l’inserimento lavorativo diretto presso le aziende vitivinicole, un percorso di formazione professionale mirato, attività di integrazione culturale e progetti di responsabilità sociale.
L’Accademia non si limita a fornire competenze tecniche, ma promuove anche l’acquisizione di valori etici e la consapevolezza dei propri diritti.
Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco e Dogliani, sottolinea come questo sia un momento cruciale per il territorio, un punto di partenza per un impegno continuo verso l’inclusione e la promozione di un’etica del lavoro che permei l’intera filiera vitivinicola.
Maria Cristina Galeasso, founder di Weco, evidenzia la necessità di trasformare le iniziative isolate in un sistema strutturato e condiviso, in grado di garantire la sostenibilità e la replicabilità del modello.
In definitiva, si tratta di un investimento nel futuro del territorio, che valorizza il lavoro, la cultura e le tradizioni delle Langhe, contribuendo a preservare l’eccellenza del vino Barolo e a rafforzare la sua immagine a livello globale.








