Il Piemonte proietta il suo sguardo verso il futuro del tartufo con “Tuber Next Gen 2025”, un progetto ambizioso che trascende la mera tutela di una risorsa gastronomica, configurandosi come pilastro di una strategia di sviluppo territoriale integrata.
Questo piano, inserito nella programmazione regionale, ambisce a riconnettere la gestione del paesaggio, la pianificazione forestale e l’agricoltura, elementi imprescindibili per preservare e valorizzare un patrimonio che affonda le sue radici nella storia e nell’identità piemontese.
Il tartufo, ben oltre il suo valore culinario, rappresenta un indicatore di salute ambientale e un motore economico cruciale per le aree rurali.
“Tuber Next Gen 2025” non si limita a consolidare le conoscenze esistenti, ma promuove un approccio proattivo, volto a mitigare gli impatti negativi derivanti dall’urbanizzazione, dall’agricoltura intensiva e dai cambiamenti climatici, che hanno progressivamente eroso l’areale tartufigeno naturale.
L’innovazione tecnologica, incarnata dall’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (IPLA), gioca un ruolo chiave.
Le nuove carte di attitudine del suolo, frutto di analisi approfondite, hanno ridimensionato la percezione delle aree vocate, ampliando il riconoscimento di territori precedentemente sottovalutati.
Questo aggiornamento, che estende a oltre 333.000 ettari la superficie con potenziale tartufigeno, evidenzia un’espansione del 39% rispetto alle precedenti stime e identifica 441 comuni con vocazione, molti dei quali precedentemente non classificati.
La mappatura dettagliata non si limita a identificare aree ad alta o media attitudine, ma analizza la composizione ecologica, sottolineando l’importanza cruciale di ecosistemi diversificati come querceti, saliceti, pioppeti, filari, siepi e formazioni arboree lineari, elementi che spesso convivono con attività agricole.
Il progetto non si limita alla mera classificazione, ma promuove attivamente una gestione sostenibile.
Si riconosce che, nonostante la riduzione dell’habitat naturale dovuta a pressioni antropiche, una corretta gestione del suolo e delle risorse idriche può incrementare significativamente la produttività e la qualità dei tartufi.
Questo implica l’adozione di pratiche agricole conservazioniste, la promozione della biodiversità e la creazione di corridoi ecologici per favorire la dispersione dei miceli.
“Tuber Next Gen 2025” si propone come un processo partecipativo, coinvolgendo attivamente Comuni, tecnici, operatori del settore e comunità locali.
Un ciclo di incontri formativi, inaugurato nelle province di Alba, Asti, Alessandria e Torino, mira a diffondere le nuove conoscenze e a stimolare la collaborazione.
La visione del governatore Alberto Cirio e dell’assessore Marco Gallo sottolinea l’importanza di integrare la tutela del tartufo in una strategia di sviluppo territoriale a lungo termine, orientata alla resilienza, all’identità e alla sostenibilità, lasciando in eredità alle future generazioni un Piemonte ricco di biodiversità e prosperità.
L’investimento nella pianificazione è dunque un atto di lungimiranza, un impegno a preservare un tesoro culturale ed economico di inestimabile valore.







