venerdì 10 Ottobre 2025
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Piemonte

Tragico incidente a Garessio: Addio ad Anselmo Ravotto, 94 anni.

La comunità della Granda è addolorata per la perdita di Anselmo Ravotto, figura storica del tessuto sociale di Garessio, deceduto all’età di 94 anni a seguito di un tragico incidente stradale.

L’evento, avvenuto venerdì mattina in un tratto urbano della Statale 28, ha segnato un’ulteriore, dolorosa pagina nel bilancio della sicurezza stradale regionale.
L’anziano, nato nel 1930, stava procedendo in attraversamento pedonale quando è stato improvvisamente colpito da una motocicletta.

La gravità delle lesioni riportate ha immediatamente imposto il trasferimento d’urgenza, tramite aeromedica, presso l’Ospedale Santa Croce di Cuneo, dove, pur a fronte dei massimi sforzi terapeutici, non è sopravvissuto.
La scomparsa di Ravotto si inserisce in un contesto allarmante: si tratta del terzo pedone a perdere la vita sulle strade della provincia di Cuneo quest’anno e rappresenta una tragica aggiunta a un elenco di vittime che, nel 2024, ha già superato le ventotto persone.

L’incidente, sebbene isolato, emerge da un quadro più ampio di fragilità e vulnerabilità che affligge il sistema viario regionale.

Solo poche ore prima, a Govone, un motociclista quarantunenne, Giuseppe Bongiorno, ha perso la vita in un impatto con un furgone, sottolineando come la strada continui a essere teatro di imprevisti e di drammi inaspettati.
Si ricorda anche la figura di Olinda Boglio, la vittima più anziana del 2024, deceduta a Ormea a centotré anni, a testimonianza di come il rischio non conosca età.
Questi eventi sollevano interrogativi urgenti sulla sicurezza stradale, sulla necessità di un’analisi approfondita delle cause che portano a questi incidenti – che possono essere legate a fattori come l’eccesso di velocità, la distrazione alla guida, la scarsa visibilità, o la mancata osservanza del codice della strada – e sull’importanza di implementare misure preventive più efficaci.
È imperativo ripensare l’infrastruttura stradale, promuovere una cultura della prudenza e della responsabilità alla guida e rafforzare l’educazione stradale, soprattutto rivolta alle giovani generazioni, per ridurre drasticamente il numero di vittime e proteggere la vita di tutti gli utenti della strada.
La memoria di Anselmo Ravotto e delle altre vittime deve servire da monito costante e stimolare un’azione collettiva volta a rendere le strade più sicure per tutti.

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