Il paradigma europeo che relegava l’agricoltura a ruolo di antagonista dell’ecosistema sta cedendo il passo a una comprensione più complessa e sfumata.
Riconoscere il contadino come custode primario del territorio, e non come suo potenziale detrattore, è un passaggio cruciale per la costruzione di un futuro sostenibile e prospero.
Questa rivalutazione emerge con forza dall’iniziativa “Risò”, il festival in corso a Vercelli, come sottolineato dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
L’agricoltura non è un’attività estranea alla salvaguardia ambientale, bensì un’espressione profonda del rapporto tra uomo e natura, intriso di storia e tradizione.
Essa incarna la capacità di trasformare le risorse naturali in beni essenziali per la vita, preservando al contempo la biodiversità e la fertilità del suolo.
La cultura agraria è il tessuto connettivo che lega il Piemonte, e l’Italia intera, alle sue radici più autentiche.
L’affermazione del Presidente Cirio, in riferimento alla scelta tra la tutela di un organismo microscopico e la salvaguardia di un’azienda agricola, pur nella sua provocazione, evidenzia un aspetto fondamentale: la responsabilità verso chi ha investito nella terra, nel lavoro e nella trasmissione di conoscenze generazionali.
Si tratta di un investimento non solo economico, ma anche culturale e sociale, che merita tutela e sostegno.
Il Piemonte, con il suo patrimonio agroalimentare d’eccellenza, testimonia questa profonda connessione tra agricoltura e identità.
La Douja d’Or, la Fiera del Tartufo, Cheese, e ora “Risò”, rappresentano un percorso di valorizzazione delle produzioni tipiche, della tradizione artigianale e dell’innovazione tecnologica.
“Risò”, in particolare, si propone di affrontare il tema del riso – un simbolo dell’agricoltura piemontese e italiana – da un punto di vista multidisciplinare, integrando ricerca scientifica, eccellenza enogastronomica e impegno per la sostenibilità ambientale.
Il richiamo a Cavour, primo Presidente del Consiglio e Ministro dell’Agricoltura, sottolinea come l’agricoltura abbia sempre occupato un ruolo centrale nella storia e nello sviluppo del Paese.
La sua visione, improntata alla modernizzazione e al progresso, ha contribuito a plasmare l’identità agricola italiana.
Oggi, è necessario recuperare questo spirito pionieristico, investendo in pratiche agricole innovative, promuovendo la ricerca e lo sviluppo, e rafforzando la filiera corta, per garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.
L’agricoltura non è solo un settore economico, ma un patrimonio culturale e sociale da proteggere e valorizzare, un elemento imprescindibile per la costruzione di una nazione resiliente e prospera.