Nel secondo trimestre del 2025, l’area industriale dell’Alto Piemonte ha manifestato un quadro congiunturale di transizione, caratterizzato da una sostanziale assenza di slancio propulsivo e una marcata eterogeneità territoriale.
Le quattro province – Biella, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola (VCO) e Novara – hanno registrato performance differenziate, con Novara che si è distinta per una modesta ripresa, a fronte di una situazione più stagnante nelle altre.
A livello aggregato, la produzione industriale ha segnato un incremento dell’1%, un dato in linea con la media regionale piemontese (+1,2%), ma che nasconde dinamiche complesse.
La performance complessiva risente della contrazione o della stabilizzazione di settori cruciali per il tessuto produttivo locale: il comparto tessile-abbigliamento, pur segnando un timido +0,4%, fatica a compensare il peso della chimica-gomma-plastica, in una fase di sostanziale immobilità, e delle altre manifatture, che hanno subito una contrazione dello 0,7%.
Lievemente più dinamiche la metalmeccanica (+1,5%) e, in modo significativo, il settore alimentare e bevande (+5,2%), quest’ultimo trainato da una domanda interna ed estera ancora resiliente.
Le disparità settoriali si riflettono, come detto, nelle performance territoriali.
Vercelli, fortemente dipendente da filiere tessili in evoluzione, evidenzia una situazione di stallo pressoché totale.
Biella e VCO, pur mostrando segnali di ripresa limitati (+0,3%), rimangono vulnerabili alle fluttuazioni dei mercati internazionali.
Novara, grazie alla diversificazione del suo tessuto produttivo, si è distinta per una crescita più vigorosa (+2,4%), suggerendo una maggiore capacità di adattamento alle nuove sfide.
L’indagine, condotta su un campione di 599 imprese che impiegano oltre 23.000 addetti e generano un fatturato superiore a 8,6 miliardi di euro, mette in luce un comparto industriale alle prese con un contesto esterno turbolento.
“La fase di transizione produttiva che osserviamo nel secondo trimestre del 2025 non è un fenomeno isolato, ma riflette una tendenza più ampia che coinvolge l’intero manifatturiero nazionale,” commenta Fabio Ravanelli, Presidente della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.
“Le tensioni geopolitiche, le incertezze legate alle politiche commerciali, in particolare quelle provenienti dagli Stati Uniti, e la volatilità del tasso di cambio euro-dollaro stanno erodendo la fiducia delle imprese e frenando gli investimenti.
“Ravanelli sottolinea l’importanza di una risposta politica mirata ed efficace: “È fondamentale evitare interventi frammentari e concentrare le risorse disponibili su misure concrete di sostegno all’innovazione, in particolare nei settori digitali ed energetici.
Il sistema camerale è impegnato in questo percorso, ma è necessario un impegno corale e coordinato per rafforzare la competitività delle nostre imprese e affrontare le sfide che ci attendono.
” La resilienza del tessuto industriale piemontese dipenderà dalla capacità di navigare queste incertezze e di cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso un’economia più sostenibile e digitalizzata.








