15 maggio 2024 – 00:40
L’approccio alla riforma non è dettato da una prospettiva elitaria degli addetti ai lavori, come i sacerdoti del diritto, i druidi o l’accademia, bensì è orientato verso i cittadini. Si tratta di un’analisi legata alla struttura costituzionale: giudici, avvocati e pm devono rappresentare i tre angoli di un triangolo isoscele, equidistanti tra loro. Mentre si dirige verso Cremona e si prepara a viaggiare tra Pinerolo, Modena e Palermo nei prossimi giorni con l’obiettivo di mantenere il governo vicino alla popolazione, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto ribadisce la sua posizione contraria a coloro che interpretano la separazione delle carriere tra giudici e pm come un attacco all’autonomia dei magistrati. Citando Leonardo Sciascia con “Come spesso accade non è il fatto che crea la notizia ma la notizia che crea il fatto” e Mel Brooks con “Non è vero che vogliamo controllare i pm, siamo alle balle spaziali”, il penalista difende l’orientamento garantista di questo governo e l’impegno politico nel completare la riforma. “La proposta sarà presentata al Consiglio dei ministri prima delle elezioni europee”. Viceministro Sisto, è finalmente giunto il momento? “In realtà sarebbe dovuto avvenire anni fa. Tuttavia oggi vedo tutte le condizioni politiche necessarie per portare a termine questa separazione grazie al governo Meloni, forte e legittimato da un consenso popolare anche basato su questa riforma presente nel programma elettorale di Forza Italia e della coalizione. È importante sottolineare che c’è anche un bisogno di pragmatismo costituzionale”.