Il comitato “Metro oltre Rivoli” propone l’estensione della Linea 1 fino agli ospedali, puntando su mobilità sostenibile e accesso universale alla sanità.
Non più solo Torino: il sogno di una metropolitana che colleghi anche Rivoli e Orbassano si fa strada tra le carte dei tecnici e i tavoli della politica. A spingerlo è il comitato civico “Metro oltre Rivoli”, che ha formalizzato alla Regione Piemonte una proposta chiara: prolungare la Linea 1 fino all’ospedale di Rivoli e, in una seconda fase, fino al San Luigi Gonzaga di Orbassano.
Un corridoio metropolitano per la salute pubblica
L’idea è semplice quanto ambiziosa: creare un asse strategico che metta in rete due dei principali poli ospedalieri e universitari della cintura ovest torinese, offrendo a oltre 110mila cittadini – tra Rivoli, Rivalta, Beinasco e la Val Sangone – un’alternativa rapida, sostenibile e accessibile al trasporto privato.
Il progetto mira a superare una delle principali criticità della zona: la mancanza di una connessione diretta ed efficiente con Torino, soprattutto per chi deve raggiungere strutture sanitarie per visite, terapie o lavoro. Oggi, infatti, chi non dispone di un’auto è spesso costretto a lunghi percorsi tra bus e cambi di mezzi.

L’ascolto delle istituzioni e un orizzonte realistico
Negli ultimi mesi il comitato ha intensificato il dialogo con le istituzioni locali e regionali. L’ultima interlocuzione si è tenuta con l’assessore alle Infrastrutture del Piemonte, Enrico Bussalino, che ha accolto con interesse il progetto, pur sottolineando la necessità di approfondimenti tecnici e valutazioni economiche.
Il comitato, da parte sua, continua a lavorare su più fronti: raccolta di firme, incontri pubblici, sensibilizzazione del territorio. L’obiettivo è costruire consenso dal basso per spingere le amministrazioni a inserire il prolungamento tra le priorità infrastrutturali.
Una visione oltre il capolinea
Non si tratta solo di tracciati su una mappa, ma di immaginare una città più equa. Una metro che si spinge oltre Rivoli non è solo un mezzo di trasporto, ma uno strumento di inclusione, capace di ridurre il divario tra centro e periferia, tra chi può accedere facilmente ai servizi e chi oggi resta ai margini.
Il sogno di una metropolitana per tutti – dai pazienti agli operatori sanitari, dagli studenti ai pendolari – è oggi più vicino, grazie all’impegno di un gruppo di cittadini che ha scelto di non aspettare, ma di progettare il cambiamento. Un passo oltre, verso una mobilità che cura.