30 novembre 2024 – 05:45
La situazione a Torino è tesa e carica di proteste: le porte sono chiuse e la gente non può uscire, mentre un ragazzo sconvolto si interroga sulla restrizione della libertà di movimento. La stazione principale è teatro di manifestazioni e scontri tra i pro Palestina e le forze dell’ordine, in una giornata di sciopero generale che si trasforma in guerriglia urbana. Le strade risuonano di urla, cori e tamburi mentre ventimila persone armate di fischietti e megafoni si riversano per le vie del centro torinese.I manifestanti pro Palestina reclamano verità e giustizia per Ramy, il giovane egiziano deceduto durante un inseguimento con i carabinieri a Milano. Le piazze sono piene di cartelli che denunciano le violenze dello Stato e accusano i ministri di complicità. La tensione cresce quando il corteo sindacale lascia spazio ai pro Pal, decisi a bloccare ogni attività in segno di protesta.Gli studenti dei licei, gli universitari e i centri sociali si uniscono alla causa, dando vita a momenti simbolici come l’incendio dei fantocci raffiguranti Salvini, Meloni e altri politici. Il corteo si divide ma resta unito nell’intento di bloccare la circolazione dei treni alla stazione Porta Susa, gridando “Intifada! Intifada!” come segno di ribellione.La città è in tumulto, con una marea umana che reclama giustizia e libertà contro le ingiustizie subite. Le voci dei manifestanti si mescolano al rumore delle proteste, creando un’atmosfera carica d’energia rivoluzionaria. Torino è il palcoscenico di una lotta sociale che non accetta compromessi: la voce del popolo si fa sentire forte e chiara nelle strade della città sotto assedio.