Nel cuore di Roma, il grido delle vittime della strage di Acca Larenzia risuona ancora una volta nell’aria. È il presente che si ripete tre volte, accompagnato dal saluto romano che evoca memorie e ferite mai rimarginate. Ogni anno, centinaia di aderenti a CasaPound e altri militanti di estrema destra si riuniscono per commemorare i giovani caduti nell’agguato del 7 gennaio 1978. Quel tragico giorno, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, appartenenti al Fronte della Gioventù, persero la vita in un attacco brutale seguito dagli scontri con le forze dell’ordine che portarono alla morte anche di Stefano Recchioni.L’atmosfera è carica di tensione mentre i militanti si radunano davanti alla sezione di Acca Larenzia, testimoniando la persistente memoria di quei tragici eventi. A poche centinaia di metri di distanza, lungo l’Appia Nuova, si erge il contro-presidio antifascista composto da gruppi autonomi e studenti determinati a contrastare ogni forma di estremismo e violenza.In questo contesto polarizzato e contraddittorio, le divergenze ideologiche si scontrano creando un intreccio intricato di ricordi dolorosi e speranze per un futuro più inclusivo e pacifico. Le strade di Roma diventano lo scenario simbolico di una lotta continua tra visioni opposte che cercano spazio e voce in un dialogo serrato ma necessario per costruire una società fondata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione della diversità come ricchezza da difendere con determinazione.
“Roma: il persistente eco della strage di Acca Larenzia e la lotta tra estremismi”
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