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giovedì 13 Novembre 2025

Addio a Octav Stroici: un uomo, un lavoro, una tragedia.

La comunità di Suceava, in Romania, si è raccolta questa mattina per l’addio a Octav Stroici, un uomo che incarna la dignità del lavoro e la fragilità dell’esistenza.
A 66 anni, Octav ha perso la vita a Roma, sotto le macerie della Torre dei Conti, un monumento storico che, paradossalmente, si è rivelato un monumento alla perdita.

La cerimonia funebre, celebrata nella chiesa parrocchiale della cittadina, ha visto la partecipazione commossa della moglie, dei figli, degli amici e di una vasta rappresentanza di conoscenti, tutti uniti nel lutto e nel ricordo di un uomo semplice, dedito alla sua famiglia e al suo lavoro.
La notizia della sua scomparsa ha colpito profondamente Roma, la città che aveva accolto il suo impegno e la sua professionalità.
In segno di rispetto e cordoglio, l’assessora Claudia Pratelli ha rappresentato il Campidoglio, portando con sé un messaggio di vicinanza e solidarietà ai familiari.

“La perdita di Octav Stroici è una ferita aperta per la nostra città,” ha dichiarato Pratelli, sottolineando l’importanza di onorare la memoria di un lavoratore che ha contribuito, con la sua attività, alla tutela del patrimonio storico italiano.
L’evento tragico che ha causato la morte di Octav Stroici solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza dei cantieri e sulla gestione del rischio nei luoghi di lavoro, soprattutto in contesti storici e complessi come i Fori Imperiali.

La Torre dei Conti, un edificio in stato di abbandono e oggetto di interventi di restauro, si è rivelata un luogo insidioso, capace di spezzare una vita e di scuotere la coscienza collettiva.

La tragedia non è solo la perdita di un individuo, ma anche un campanello d’allarme per l’intera comunità, un invito a una riflessione più profonda sulla responsabilità sociale e sulla necessità di garantire la sicurezza di chi lavora per la salvaguardia della nostra storia e del nostro futuro.
Il ricordo di Octav Stroici, un uomo umile e laborioso, dovrà servire da monito per evitare che simili tragedie si ripetano.

La sua scomparsa ci ricorda la precarietà della vita e l’imperativo di proteggere la dignità umana in ogni contesto lavorativo.

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