Un atto di rilettura distorta, un’offesa alla memoria collettiva e un segnale, forse, di un’inquietudine che serpeggia nel tessuto sociale di Arpino. La vicenda che ha coinvolto il monumento dedicato a Caio Mario, figura chiave della storia romana e simbolo della città laziale, trascende la semplice imbrattatura di un bene pubblico. Qualcuno, agendo sotto la copertura della notte, ha sovrapposto un’identità ideologica al passato, graffiando la targa marmorea con la scritta “Benito Mussolini, Duce”, cancellando così, per l’ennesima volta, la scritta originaria “fondatore dell’impero” che seguiva la lodevole descrizione del console.L’azione, un’operazione di revisionismo storico per via dell’aggiunta di un nome legato a un regime totalitario, colpisce direttamente nel cuore di Arpino, città profondamente legata al suo passato glorioso. Il monumento a Mario, eretto per celebrare un uomo che ha contribuito in modo significativo all’espansione e alla riforma dell’esercito romano, rappresenta un punto di riferimento per la comunità, un elemento identitario che ne testimonia le radici e i valori. La targa originale, un omaggio a un condottiero invincibile e artefice di legioni indomite, venne depurata dai simboli del fascismo immediatamente dopo la caduta del regime, nell’ottica di una tabula rasa e di una ricostruzione della memoria storica.L’episodio solleva interrogativi complessi sulla comprensione del passato e sulla manipolazione della storia. Dietro l’atto vandalico potrebbe celarsi un desiderio di provocazione, un tentativo di riaffiorare simboli e ideologie che la comunità ha scelto di relegare nel passato. La figura di Mussolini, con la sua eredità controversa, continua a suscitare dibattiti e a polarizzare opinioni, rendendo evidente la persistenza di tensioni ideologiche all’interno della società.Le indagini dei Carabinieri della compagnia di Sora, impegnati nell’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, si concentrano ora sull’identificazione dell’autore di questo gesto, un’azione che ha scosso la tranquillità della città e riaperto una ferita nella coscienza collettiva. Il monumento a Caio Mario, simbolo di una storia millenaria, è un patrimonio da proteggere e tutelare, non solo fisicamente, ma anche come custode di valori e di una memoria che non deve essere mai dimenticata, né distorta da manipolazioni ideologiche. L’atto compiuto non è solo un’imbrattatura, ma una sfida alla nostra capacità di comprendere il passato e di costruire un futuro basato sulla conoscenza e sul rispetto della diversità.
Arpino, oltraggio a Mario: vandalismo e ferite alla memoria.
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