Un’onda di consapevolezza: Carabinieri, Soroptimist e Fondazione Una Nessuna Centomila promuovono un nuovo approccio alla prevenzione della violenza di genereUn percorso di riflessione e cambiamento è stato inaugurato a Villa Borghese, un’iniziativa corale che unisce l’Arma dei Carabinieri, Soroptimist International d’Italia e la Fondazione Una Nessuna Centomila. L’evento, più di un semplice incontro, si configura come un vero e proprio laboratorio di idee volto a decostruire stereotipi e a promuovere una cultura del rispetto e della parità.La Presidente di Soroptimist International d’Italia, Adriana Macchi, ha aperto i lavori sottolineando come l’azione dirompente della violenza nasca da radici profonde, intrecciate con dinamiche di potere e disuguaglianze strutturali. La sua dichiarazione ha enfatizzato la necessità di un impegno congiunto tra istituzioni e società civile, riconoscendo che la trasformazione culturale richiede un investimento continuo nell’educazione e nella sensibilizzazione. L’obiettivo non è solo quello di intervenire sulle conseguenze della violenza, ma soprattutto di agire a monte, promuovendo modelli relazionali basati sull’equità e sulla responsabilità reciproca.L’alleanza tra le donne, le forze dell’ordine e la cittadinanza attiva rappresenta un punto di svolta. Progetti innovativi come “Una stanza tutta per sé”, spazi sicuri e accoglienti all’interno delle caserme destinati all’ascolto e al supporto delle vittime, e “Mobile Angel”, lo smartwatch che garantisce un canale di comunicazione diretto con la centrale operativa dei Carabinieri, testimoniano questo impegno concreto. Queste iniziative non sono semplici strumenti, ma simboli di un cambiamento di paradigma, che pone al centro la protezione e l’empowerment delle donne.Il Colonnello Barbara Vitale, esperta di dinamiche persecutorie, ha introdotto una prospettiva psicologica cruciale: la violenza, in ogni sua forma, è spesso il risultato di emozioni non elaborate e di modalità relazionali disfunzionali. L’ira, il senso di possesso, la frustrazione, se non riconosciuti e gestiti in modo costruttivo, possono sfociare in comportamenti aggressivi e coercitivi. L’educazione emotiva, quindi, si rivela uno strumento preventivo fondamentale, in grado di aiutare i giovani a sviluppare competenze relazionali sane e a riconoscere i segnali di allarme. La capacità di distinguere tra amore e controllo, tra affetto e possesso, è un passo essenziale per costruire relazioni paritarie e rispettose.La Fondazione Una Nessuna Centomila, attraverso le voci di Monica Pasquino e Eva Milella, ha contribuito ad ampliare il dibattito, invitando i partecipanti a riflettere sulle sottili forme di violenza, spesso mascherate da battute, silenzi o atteggiamenti apparentemente innocui. La normalizzazione di comportamenti irrispettosi e la mancanza di consapevolezza possono alimentare un clima di oppressione e vulnerabilità. L’importanza del consenso, espresso in modo chiaro e inequivocabile, e la necessità di decostruire il linguaggio e le dinamiche relazionali che perpetuano la disuguaglianza sono stati al centro dell’intervento.La testimonianza di Maristella Smiraglia, campionessa di Taekwondo e atleta del Centro Sportivo Carabinieri, ha concluso l’evento con un messaggio di resilienza e autostima. Il percorso di crescita personale e la costruzione della propria identità, attraverso la disciplina e l’impegno, rappresentano un modello di empowerment che può ispirare i giovani a credere in se stessi e a lottare per i propri diritti. L’affermazione che “noi siamo l’unica persona che resterà con noi tutta la vita” sottolinea l’importanza di coltivare un rapporto sano e positivo con se stessi, come base per costruire relazioni interpersonali appaganti e rispettose. L’evento si è dunque concluso non solo come un momento di riflessione, ma come un seme piantato per coltivare un futuro più equo e sicuro per tutti.
Carabinieri, Soroptimist e Fondazione: Insieme contro la violenza di genere
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