Ogni anno, in una delle piazze più iconiche di Roma, si rinnova un gesto simbolico che incrocia storia, fede e comunità: l’accensione del candelabro di Chanukkà, promossa dal movimento ebraico internazionale Chabad-Lubavitch.
Quest’anno, per la 37esima volta, la piazza Barberini si trasformerà in un palcoscenico di luce, accogliendo una folla di fedeli, autorità civili e diplomatiche, per celebrare una festa che affonda le sue radici in un passato di resilienza e speranza.
La cerimonia, prevista per le ore 18:00, sarà presieduta dal rabbino Yitzhak Hazan, guida spirituale di Chabad-Lubavitch a Roma, e vedrà la partecipazione di figure di spicco come il sindaco Roberto Gualtieri, l’ambasciatore americano Tilman J.
Fertitta, un rappresentante dell’ambasciata israeliana, Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), e Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma.
La loro presenza sottolinea l’importanza dell’evento non solo per la comunità ebraica, ma per l’intera città e per le relazioni internazionali.
Il candelabro, un Menorah a otto braccia (più il braccio dello Shamash, utilizzato per accendere le altre luci), incarna il miracolo dell’olio durato otto giorni, un episodio cruciale nella storia ebraica.
Esso commemora la vittoria dei Maccabei, un piccolo esercito di sacerdoti ebrei, contro l’oppressione ellenistica imposta dal regno seleucide nel II secolo a.
C.
Questo conflitto non fu solo una lotta militare, ma una difesa dell’identità culturale e religiosa ebraica contro l’assimilazione forzata.
La riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme, profanato dai re seleucidi, rappresenta il trionfo della fede e della libertà religiosa.
L’evento a Roma, tuttavia, non è un’iniziativa isolata.
Fa parte di un’azione globale coordinata dal movimento Chabad-Lubavitch, una corrente del giudaismo ortodosso che si distingue per il suo impegno missionario e la sua presenza capillare in tutto il mondo.
Dalle metropoli occidentali alle città dell’Estremo Oriente, da Melbourne a Rio de Janeiro, fino a Mumbai, Chabad-Lubavitch dispiega una rete di emissari (Shluchim) che portano la luce di Chanukkà in ogni angolo del pianeta.
Questo sforzo globale sottolinea la natura universale del messaggio di Chanukkà: un messaggio di speranza, di coraggio e di perseveranza di fronte all’avversità.
L’accensione simultanea dei candelabri in diverse culture ed ambienti geografici trasmette un potente messaggio di unità e di resilienza, ricordando a tutti che la luce della fede può illuminare anche i momenti più oscuri.
L’evento testimonia, inoltre, l’impegno di Chabad-Lubavitch nel promuovere il dialogo interculturale e nel costruire ponti tra le comunità, rafforzando il legame tra l’ebraismo e il resto del mondo.






