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giovedì 20 Novembre 2025

Ergastolo per De Pau: chiusa la vicenda del triplice femminicidio a Roma.

La sentenza, inappellabile, sigilla un capitolo di orrore nella storia recente di Roma: Giandavide De Pau è stato condannato all’ergastolo per il triplice femminicidio avvenuto nel quartiere Prati il 17 novembre 2022.
Un verdetto che, pur non alleviando il dolore delle famiglie delle vittime e della comunità intera, rappresenta un atto di giustizia, seppur tardivo, per una perdita incommensurabile.
L’imputato, assistito dalla difesa, è stato riconosciuto colpevole dei delitti di omicidio premeditato ai danni di due donne di origine cinese e Marta Castano Torres, una donna colombiana di 65 anni.

Le accuse, supportate da un’ampia mole di prove materiali e testimoniali, hanno delineato un quadro inquietante: un individuo preda di disturbi psichici non completamente riconosciuti e trattati, capace di un’estrema violenza, consumata con crudeltà e senza manifestare rimorso.
Il processo, seguito con intensa partecipazione emotiva dall’opinione pubblica, ha sollevato interrogativi cruciali sulla responsabilità individuale, sulla gestione dei disturbi mentali e sulle falle del sistema di supporto sociale.
Sebbene la difesa abbia tentato di addivenire ad una giustificazione basata sulla presunta incapacità di intendere e di volere, la Corte d’Assise ha ritenuto che l’imputato fosse pienamente cosciente delle proprie azioni, dimostrando una fredda determinazione nell’agire.
Il femminicidio, un fenomeno sociale drammatico e purtroppo diffuso, si manifesta spesso come l’apice di una escalation di violenza domestica, di controllo e di manipolazione.

In questo caso, pur non emergendo una relazione stabile con le vittime, il gesto di De Pau si inserisce in un contesto più ampio di aggressività e di disinteresse per la vita altrui, alimentato da fragilità emotive e da possibili disturbi comportamentali non adeguatamente affrontati.
La condanna all’ergastolo non è solo una risposta alla gravità dei crimini commessi, ma anche un monito per la società.

È necessario un profondo ripensamento delle politiche di prevenzione della violenza di genere, un potenziamento dei servizi di supporto alle donne vittime di abusi e un’attenzione particolare alla diagnosi precoce e al trattamento dei disturbi mentali, al fine di evitare che tragedie simili si ripetano.
Il lutto per la perdita di queste tre vite umane deve trasformarsi in un impegno concreto per costruire una società più giusta, sicura e rispettosa della dignità di ogni individuo.

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