Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha ufficialmente pubblicato il decreto di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativo al complesso progetto del porto turistico-crocieristico di Fiumicino – Isola Sacra, un’iniziativa promossa da Fiumicino Waterfront Srl, concessionario demaniale.
La decisione, accolta con favore dalla società promotrice, sancisce la compatibilità ambientale, paesaggistica e culturale dell’opera, segnando un punto di svolta per lo sviluppo infrastrutturale della zona.
Il progetto ambisce a ridefinire il ruolo di Fiumicino come hub cruciale per la nautica di lusso e il turismo crocieristico.
L’impianto, concepito come una marina di eccellenza per yacht di grandi dimensioni, prevede un varco dedicato all’attracco di navi da crociera, destinato a tutte le compagnie del settore e integrato con le funzionalità di un porto turistico esclusivo.
L’opera si configura non solo come infrastruttura portuale, ma come un catalizzatore di rigenerazione urbana, includendo un ampio parco pubblico a disposizione della comunità, una struttura alberghiera di lusso internazionale, e aree dedicate a servizi per utenti e visitatori.
Questa visione mira a creare un polo attrattivo, in grado di stimolare l’economia locale e di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico del territorio.
Le proiezioni economiche, elaborate da una primaria società di consulenza internazionale, delineano un impatto significativo sul Prodotto Interno Lordo italiano.
Si stima un contributo di oltre 500 milioni di euro nella fase di costruzione e di circa 400 milioni di euro all’anno durante l’operatività del porto.
In termini di occupazione, il progetto promette la creazione di 2.000 posti di lavoro annui durante i quattro anni di cantiere e oltre 5.000 posti di lavoro a tempo indeterminato nella fase operativa, contribuendo in modo sostanziale alla riduzione della disoccupazione e allo sviluppo di competenze specializzate nel settore marittimo e turistico.
Tuttavia, l’approvazione del progetto non è priva di contestazioni.
Il Comitato dei Tavoli di Porto, che raccoglie le realtà contrarie alla realizzazione, esprime profonda preoccupazione per la presunta sottovalutazione della fragilità geologica e ambientale del territorio.
Il Comitato denuncia un’impronta decisionale percepita come insufficientemente attenta alla tutela del paesaggio, della biodiversità e della stabilità del suolo, e annuncia una prosecuzione della mobilitazione per rivendicare una valutazione più approfondita dei rischi e delle conseguenze a lungo termine dell’intervento.
La controversia solleva interrogativi cruciali sull’equilibrio tra sviluppo economico, progresso infrastrutturale e responsabilità ambientale, ponendo l’accento sulla necessità di un dialogo costruttivo tra le parti interessate e di una governance partecipata che tenga conto delle diverse prospettive e delle istanze del territorio.
Il futuro del progetto, e il suo impatto sul Delta del Tevere, restano al centro di un acceso dibattito pubblico.







