Giochi della Speranza: Sport e Riscatto nelle Carceri Italiane

A Rebibbia, nel cuore di un anno giubilare intriso di significato e di un’invito alla riflessione profonda, si rinnova l’appuntamento con i Giochi della Speranza.
La seconda edizione di questa singolare olimpiade penitenziaria, in programma il 12 dicembre 2025, si configura come un’occasione cruciale per promuovere una visione innovativa e umanizzante del sistema penale.
L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, dal Dap – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dalla rete Sport e Legalità, con il prestigioso patrocinio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, trascende la mera attività sportiva per elevarsi a strumento di riscatto sociale e di crescita personale.
L’evento si inserisce in un contesto più ampio, quello della mission formativa e sociale dello sport, che si propone di offrire ai detenuti non solo un diversivo, ma un percorso di reinserimento attivo e costruttivo.

La presenza annunciata di figure di spicco come la deputata Michela De Biase, l’europarlamentare Carolina Morace, icona dello sport femminile, e suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, testimonia l’importanza riconosciuta a questa iniziativa a livello istituzionale e religioso.

Daniele Pasquini, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II, sottolinea con forza la necessità di superare pregiudizi superficiali, riconoscendo nello sport un potente vettore di cambiamento.
I Giochi della Speranza non sono una semplice competizione, ma un laboratorio di vita, dove i detenuti possono riscoprire il valore della disciplina, della collaborazione, dell’impegno e della resilienza.
Lo sport, in quanto linguaggio universale, abbatte barriere e favorisce l’incontro, creando ponti tra il mondo interno e quello esterno, spesso percepiti come distanti e inaccessibili.
Il Dap, attraverso il direttore generale dei detenuti e del trattamento, Ernesto Napolillo, ha condotto un’analisi nazionale delle attività sportive all’interno degli istituti penitenziari, rivelando un quadro desolante, caratterizzato da forti disomogeneità territoriali e, soprattutto, da un marcato deficit in termini di offerta qualitativa e quantitativa, con una situazione ancora più critica per le detenute.
Da questo quadro emerge l’urgente necessità di definire linee guida operative chiare e condivise per i responsabili delle strutture carcerarie, al fine di garantire un’offerta sportiva equa e coerente su tutto il territorio nazionale.
I Giochi della Speranza rappresentano un importante passo in questa direzione, offrendo un modello di riferimento e stimolando la sperimentazione di nuove metodologie.

L’olimpiade penitenziaria vedrà la partecipazione di quattro rappresentative: i detenuti stessi, il corpo di polizia penitenziaria, i magistrati e una delegazione di esponenti della società civile, che si confronteranno in diverse discipline, tra cui calcio a 5, pallavolo, atletica leggera, tennis tavolo e calcio balilla.
Questa formula inclusiva e partecipativa mira a promuovere l’integrazione e la consapevolezza reciproca, contribuendo a creare un clima di rispetto e collaborazione all’interno del contesto carcerario.

I Giochi della Speranza si configurano dunque come un’occasione unica per promuovere una cultura della legalità, della speranza e della dignità umana.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap