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venerdì 7 Novembre 2025

Giovanni Panunzio: Memoria, impegno civile e lotta alla mafia

Il ricordo di Giovanni Panunzio, imprenditore edile barbarievolmente strappato alla vita il 6 novembre 1992, non può essere relegato a una mera commemorazione, ma deve trasformarsi in una linfa vitale per la coscienza civile e un catalizzatore di azioni concrete contro le piaghe che affliggono il tessuto sociale.
La sua vicenda, tragica e allo stesso tempo coraggiosa, rappresenta un monito severo e una fonte di ispirazione per chiunque creda nella necessità di contrastare l’illegalità e la criminalità organizzata.
Don Antonio Coluccia, instancabile paladino della giustizia e fondatore dell’opera San Giustino, ha sottolineato con forza l’importanza di una “memoria operante”, ovvero una memoria che non si limiti a evocare il passato, ma che stimoli un presente animato da valori di legalità, onestà e resilienza.

Panunzio, con la sua opposizione irremovibile al pizzo, è stato un vero e proprio cittadino esemplare, un esempio di dignità che ha saputo sfidare il potere mafioso, pagandone con la vita.

L’eco della sua storia deve risvegliare le coscienze, non solo degli imprenditori, spesso vittime silenziose del racket, ma anche di tutti i cittadini.
È fondamentale creare un fronte comune, un patto di lealtà che sostenga chi, come Panunzio, sceglie di non piegarsi alla logica dell’estorsione e della sopraffazione.

L’isolamento è il terreno fertile per la criminalità; la solidarietà e la presenza istituzionale sono antidoti potenti.
Don Coluccia ha espresso gratitudine alle forze dell’ordine e alla magistratura, pilastri imprescindibili nella lotta alla criminalità organizzata, ma ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a quei cittadini che, quotidianamente, con coraggio e determinazione, resistono all’oppressione mafiosa, contribuendo a preservare la pace sociale e a tutelare l’economia locale.
La loro è una battaglia silenziosa, spesso invisibile, ma essenziale per il futuro del territorio.
Il ricordo di Giovanni Panunzio, materialmente onorato dalla deposizione di una corona di fiori presso la stele commemorativa, deve essere una chiamata all’azione, un impegno a non dimenticare mai il prezzo della libertà e della giustizia.

La storia, come affermano i sapienti, è la memoria che parla al presente, illuminando il cammino verso un futuro più giusto e più umano.
È imperativo trasformare il dolore in speranza, la rabbia in resilienza, la memoria in un costante monito contro ogni forma di soprauso e di illegalità.

La sua eredità, la sua testimonianza, debba accendere la fiamma di un impegno civile inarrestabile.

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