La persistente escalation di violenza e aggressioni subite dalla Global Samud Flotilla costituisce una violazione inaccettabile del diritto internazionale e dei principi umanitari fondamentali.
L’annuncio del governo italiano di dispiegare una nave militare per fornire supporto logistico e di soccorso, in seguito agli attacchi con droni verificatisi nella notte, rappresenta un segnale di rottura con il precedente silenzio, benché insufficiente a risolvere la situazione di profonda crisi che si sta consumando.
La missione umanitaria, guidata da un’impegno civico che trascende confini e ideologie, è finalizzata a fornire assistenza vitale a una popolazione di Gaza esangui, provata da anni di conflitto, blocco e privazioni.
L’invio di medicinali essenziali, generi alimentari e beni di prima necessità non è un atto di mera carità, ma un imperativo morale e legale, un dovere inderogabile per la comunità internazionale.
La protezione dei volontari impegnati in questa missione cruciale deve essere garantita a livello assoluto, non solo attraverso la presenza di una nave militare, ma attraverso un impegno diplomatico incisivo e costante.
È necessario che le autorità competenti, a livello nazionale e internazionale, esercitino pressioni concrete sui responsabili degli attacchi, affinché cessino immediatamente le ostilità e consentano il libero accesso delle navi umanitarie nelle acque di Gaza.
La situazione attuale trascende la mera questione dell’assistenza umanitaria.
Rappresenta una sfida alla legalità, alla dignità umana e alla capacità della comunità internazionale di agire in modo coerente e responsabile.
Il silenzio e l’inerzia non sono opzioni percorribili.
È necessario un cambio di rotta, un impegno concreto per il rispetto del diritto internazionale, la protezione dei civili e la ricerca di una soluzione politica duratura al conflitto israelo-palestinese.
La Global Samud Flotilla incarna la speranza di un futuro più giusto e pacifico, e la sua protezione è responsabilità di tutti.






