Incidente Marmolada: Freerider precipita in un crepaccio

Alle ore 17:30 si è concluso un complesso intervento di ricerca e soccorso sulle pendici della Marmolada, teatro di un incidente che ha visto coinvolto un freerider trentenne, originario di Roma.
L’evento, innescato da un distacco di valanga, ha portato il giovane a precipitare all’interno di un crepaccio a quota 2700 metri circa, nelle immediate vicinanze della Punta Rocca.

La sequenza degli eventi, comunicata dal Soccorso alpino e speleologico del Trentino, si è sviluppata a partire dalle 13:45, quando i compagni di escursione, ormai privi di contatto con il 31enne da circa mezz’ora, hanno lanciato l’allarme al 112.

La Centrale unica di emergenza ha prontamente attivato la Stazione Alta Fassa del Soccorso alpino, richiedendo l’intervento immediato di un elicottero.
Il primo sorvolo aereo ha permesso di individuare una colata a valle che si riversava direttamente in un crepaccio, delineando la dinamica dell’incidente.

Per ottimizzare le operazioni di ricerca, sono state mobilitate due unità cinofile specializzate: una del Soccorso alpino e l’altra della Polizia, entrambe trasportate sul posto tramite elicottero.
Parallelamente, un team di operatori della Stazione Alta Fassa è stato elitrasportato in quota e ha dato inizio ad un meticoloso sondaggio dell’area.

La complessa attività di bonifica, protrattasi per l’intero pomeriggio, ha interessato sia la valanga nel suo complesso che le profondità del crepaccio.
Un team di dieci operatori, otto della Stazione Alta Fassa e due della Stazione di Moena, supportati dalle unità cinofile, ha operato con la massima attenzione per garantire la sicurezza delle operazioni.
La localizzazione del giovane all’interno del crepaccio si è rivelata particolarmente ardua a causa della sua posizione remota e della profondità.
Una volta individuato, è stata immediatamente dispiegata un’équipe sanitaria in elicottero, mentre i soccorritori procedevano alla delicata operazione di estrazione dello sciatore.

Le condizioni del giovane, giudicate gravi, hanno richiesto un elitrasporto d’urgenza in piazzola a Canazei, dove è stato intubato, e successivamente all’ospedale Santa Chiara di Trento, per ulteriori accertamenti e cure intensive.

L’episodio solleva interrogativi sulla pericolosità delle attività freeride in alta montagna e sulla necessità di una costante valutazione dei rischi in aree esposte a valanghe.

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