mercoledì 1 Ottobre 2025
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Lazio chiede a Roma: liberate Alberto Trentini, cooperante in Venezuela.

Il Consiglio Regionale del Lazio ha espresso con unanime voto una ferma istanza di giustizia e umanità, approvando una mozione che sollecita con urgenza il Governo italiano ad intensificare ogni sforzo diplomatico volto al rilascio di Alberto Trentini.
La vicenda, che affligge la famiglia e la comunità italiana, si protrae da oltre 320 giorni, con il cooperante italiano detenuto nel carcere venezuelano di El Rodeo in condizioni di incertezza giuridica e senza l’addebito formale di alcun crimine.

La mozione, promossa dal consigliere Alessio D’Amato, esponente del partito Azione, e sostenuta da tutte le rappresentanze dell’opposizione, riflette una preoccupazione diffusa e un bisogno urgente di azione concreta.
Al di là del semplice appello alla liberazione, il documento mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su una situazione che rischia di rimanere nell’ombra, alimentando il silenzio e la disperazione.

L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di mobilitazione, come dimostra la mozione approvata precedentemente al Comune di Roma, a testimonianza di un crescente consenso a livello istituzionale.

Il Consiglio Regionale del Lazio si unisce così a questa voce collettiva, auspicando un effetto domino che coinvolga altre assemblee elettive, amplificando la pressione sulle autorità venezuelane e creando un’onda di supporto che possa contribuire a sbloccare una situazione di impasse.
Questa mozione non è solo un atto formale, ma un impegno concreto alla solidarietà nei confronti della famiglia di Alberto Trentini, che continua a lottare con dignità e coraggio per la verità e il ritorno del loro caro.

Il consigliere d’opposizione Alessio D’Amato sottolinea con particolare soddisfazione il carattere trasversale del sostegno, evidenziando come la questione umanitaria superi le divisioni politiche, chiamando tutti i rappresentanti del popolo a convergere in un unico obiettivo: riportare Alberto a casa.
La speranza è che questa mossa dimostri che la giustizia e il rispetto dei diritti umani non conoscono confini e che la comunità internazionale non può rimanere indifferente di fronte a tali ingiustizie.
Il caso Trentini diventa così un simbolo della necessità di vigilanza e di impegno continuo nella difesa dei diritti umani, anche in contesti geopolitici complessi e delicati.

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