Il sistema sanitario regionale del Lazio si trova ad affrontare una complessa fase di valutazione, come evidenziato dall’analisi della Fondazione Gimbe, che posiziona la regione al dodicesimo posto nella performance rispetto agli standard minimi definiti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Questi LEA rappresentano l’insieme delle prestazioni sanitarie garantite a tutti i cittadini italiani, finanziate con risorse pubbliche o attraverso il pagamento di un ticket.
La Relazione 2023 “Monitoraggio dei Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia”, pubblicata dal Ministero della Salute, fornisce un quadro dettagliato che rivela un arretramento significativo rispetto all’anno precedente.
Il punteggio complessivo del Lazio nel 2023 si attesta a 216, segnando una diminuzione di 10 punti rispetto al 2022, un dato che colloca la regione tra quelle che, pur adempiendo agli standard minimi, mostrano margini di miglioramento.
L’analisi approfondita dei 26 indicatori che compongono il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) svela disomogeneità nelle performance regionali.
Il Lazio si posiziona al quindicesimo posto sia nell’ambito della prevenzione, cruciale per l’individuazione precoce di patologie e la promozione di stili di vita sani, sia nell’assistenza distrettuale, fondamentale per la gestione di pazienti con patologie croniche e la riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso.
Un risultato apparentemente più positivo emerge nell’area ospedaliera, dove la regione si colloca all’ottavo posto, sebbene questa performance non compensi le criticità riscontrate negli altri ambiti.
La Fondazione Gimbe sottolinea un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, caratterizzati da un progressivo miglioramento delle performance sanitarie regionali.
In particolare, la perdita di sei posizioni nella prevenzione e di tre nell’assistenza territoriale solleva interrogativi sulla continuità delle politiche sanitarie e sulla capacità di mantenere un sistema sanitario efficiente e orientato al cittadino.
L’ex assessore alla Sanità e attuale consigliere regionale Alessio D’Amato evidenzia come questi dati riflettano una situazione di peggioramento, corroborando le sue precedenti osservazioni.
La sottovalutazione degli investimenti nella prevenzione e nell’assistenza territoriale comporta il rischio di un sovraccarico della rete ospedaliera, con conseguenze negative per la qualità dell’assistenza e per il benessere del personale sanitario.
La concentrazione di risorse e attenzione sul singolo episodio acuto, a discapito della cura del continuum assistenziale, rischia di generare un circolo vizioso di inefficienza e insoddisfazione.
In definitiva, il quadro delineato dalla Fondazione Gimbe impone una riflessione critica sulle strategie di gestione sanitaria regionale e sollecita l’adozione di misure correttive volte a rafforzare la prevenzione, potenziare l’assistenza territoriale e garantire una distribuzione più equa delle risorse, con l’obiettivo di recuperare posizioni nella classifica nazionale e assicurare a tutti i cittadini un livello di assistenza sanitaria adeguato e di qualità.