sabato 13 Settembre 2025
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Lupi e Orsi: Allarme Etico dal Parco Nazionale

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise solleva un campanello d’allarme, una denuncia accorata che risuona tra gli algoritmi e le condivisioni dei social media.

L’oggetto del contendere: immagini di lupi e orsi, spesso di straordinaria bellezza tecnica, ma profondamente problematiche per le implicazioni etiche che comportano, soprattutto quando ritraggono famiglie di lupi con i loro cuccioli.

La denuncia del Parco non è una mera critica alla pratica fotografica in sé, ma una riflessione più ampia sulla nostra relazione con la natura e sulla pervasività di un antropocentrismo spesso inconsapevole.
Dietro ogni scatto pubblicato online si cela un intreccio complesso di motivazioni: la ricerca di approvazione sociale, la necessità di documentare, l’esigenza di condividere la bellezza selvaggia.
Tuttavia, queste spinte, se non guidate da una profonda consapevolezza, possono trasformarsi in fonti di disturbo e, in ultima analisi, di danno per l’ecosistema.
L’atto di fotografare una lupa con la sua cucciolata non è neutro.

Anche se si dichiara di aver agito “a distanza”, la mera presenza umana, l’utilizzo di flash, il rumore prodotto dalle attrezzature, possono generare stress nei cuccioli, interrompere i loro modelli di apprendimento, allontanare la madre e, nel peggiore dei casi, compromettere la loro sopravvivenza.

La vulnerabilità dei cuccioli, la loro totale dipendenza dall’ambiente circostante e dalla protezione materna, li rende particolarmente sensibili a qualsiasi forma di intrusione.

Il Parco sottolinea come l’apparente passione per la natura, spesso ostentata sui social media, si scontrasse con un comportamento irresponsabile.
La corsa alla pubblicazione di immagini, alimentata dalla ricerca di “like” e condivisioni, ha soverchiato il rispetto per le specie protette.

Questo fenomeno rivela una pericolosa disconnessione tra l’ideale di “amore per la natura” e l’effettiva responsabilità verso l’ambiente.
La zona frequentata dai fotografi naturalisti, seppur ben conosciuta e scelta proprio per la presenza di fauna selvatica, richiede un codice di condotta più rigoroso.

La professionalità non si esaurisce nella capacità tecnica di immortalare un soggetto, ma si estende alla comprensione del suo ruolo nell’ecosistema e alla tutela del suo benessere.
La sensibilità, l’empatia e la consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni diventano imperativi categorici per chiunque si avvicini al mondo selvatico.
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise invita, pertanto, a una profonda riflessione: non si tratta di negare il diritto di fotografare la natura, ma di farlo in modo etico, responsabile e sostenibile.
Un’azione che va ben oltre la semplice distanza fisica, implicando una profonda trasformazione del nostro approccio alla natura e alla sua rappresentazione.
Il futuro della fauna selvatica, la sua capacità di prosperare in un ambiente sempre più antropizzato, dipende anche dalla nostra capacità di agire con coscienza e rispetto.

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