Il convegno “Oasi Pedonali: Strategie per la Vivibilità Urbana”, tenutosi al Campidoglio, ha rappresentato un’occasione cruciale per ripensare il tessuto urbano romano alla luce di nuove priorità: la salute pubblica, la sostenibilità ambientale e la partecipazione civica.
L’evento, promosso dalla consigliera Claudia Finelli del XIII Municipio, ha visto la partecipazione di urbanisti, ricercatori del CNR, docenti di progettazione urbana e rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali, per discutere interventi mirati a trasformare radicalmente la qualità della vita nelle città.
Il focus principale è stato delineato come una profonda revisione della cultura dell’abitare, orientata a collocare benessere, tutela ambientale e coesione sociale al centro della pianificazione urbana.
Si è parlato, in particolare, della necessità di creare veri e propri “polmoni verdi” all’interno del tessuto urbano, oasi pedonali che vadano oltre la semplice eliminazione del traffico veicolare, mirando a riconnettere le comunità e a promuovere uno stile di vita più attivo e salutare.
Marco Morabito, ricercatore del CNR, ha illustrato come la creazione di queste aree pedonali costituisca un intervento strategico per contrastare le isole di calore urbano e mitigare gli effetti negativi dei microclimi.
La riduzione del traffico non solo diminuisce drasticamente le emissioni inquinanti, ma contribuisce anche a ridurre la temperatura superficiale e a migliorare la qualità dell’aria.
L’efficacia di queste iniziative è amplificata dall’impiego di materiali innovativi, capaci di riflettere la luce solare e di favorire l’ombreggiamento, elementi fondamentali per il comfort pedonale e la protezione dalla radiazione solare diretta.
La gravità della situazione in termini di salute pubblica è stata sottolineata da Alessandra Grasso, attivista di “Cittadini per l’aria”, che ha denunciato come l’inquinamento atmosferico sia responsabile di circa 5.000 decessi all’anno a Roma.
Questo dato drammatico evidenzia l’urgenza di interventi concreti e di una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni e dei cittadini.
Anna Becchi ha poi ricordato il ruolo crescente delle “strade scolastiche”, un modello di sicurezza stradale in espansione a Roma, volto a proteggere i bambini che si recano a scuola.
Il consigliere regionale Alessio D’Amato, chiudendo i lavori, ha richiamato l’importanza fondamentale della partecipazione attiva dei cittadini nella progettazione e realizzazione di questi interventi.
Il rischio, altrimenti, è quello di ripetere errori passati, come dimostra l’esperienza controversa delle piste ciclabili, che spesso non hanno risposto alle reali esigenze della comunità.
D’Amato ha inoltre auspicato la creazione di una rete di strade dedicate alle scuole entro il 2030, con l’obiettivo ambizioso di azzerare le vittime della strada, un traguardo già raggiunto da alcune capitali europee.
La visione è chiara: il futuro non è predeterminato e, con impegno e innovazione, è possibile costruire città più sicure, salubri e vivibili per tutti.
È tempo di agire, non più di assistere passivamente.







