mercoledì 24 Settembre 2025
21.8 C
Rome

Pace in Terra Santa: Appello Globale dal Vaticano e Cei

Un Appello Globale per la Pace: Vaticano, Cei e la Fragile Speranza di un Futuro in Terra SantaNel contesto dell’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, la Santa Sede e la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) intensificano il loro impegno diplomatico e spirituale per promuovere una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese.
Papa Leone, erede dell’eredità conciliare di Giovanni XXIII e testimone della precarietà della pace nel mondo – come dimostra l’eco della crisi missilistica cubana –, lancia un accorato appello al cessate il fuoco immediato e alla ripresa del dialogo.
La Santa Sede, che riconosce lo Stato della Palestina da anni, promuove un’iniziativa di preghiera per tutto il mese di ottobre, invitando i fedeli di tutto il mondo a recitare il Rosario per la pace.
Questo gesto simbolico, legato all’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, mira a creare un’onda di speranza e a sollecitare la riflessione sui valori di giustizia, compassione e rispetto reciproco.
Parallelamente, il Consiglio episcopale italiano, riunito a Gorizia, ha concluso tre giorni di lavori con un nuovo appello rivolto al governo e alla società civile italiana.

Pur evitando la definizione di “genocidio,” i vescovi italiani si fanno interpreti delle voci che si sono levate nelle piazze, esprimendo con forza la necessità di porre fine a ogni forma di violenza inaccettabile nei confronti della popolazione di Gaza e di garantire la liberazione degli ostaggi.

La nota “Sia pace in Terra Santa!” ribadisce l’importanza del diritto umanitario internazionale, denunciando l’esilio forzato della popolazione palestinese, vittima dell’offensiva militare israeliana e della pressione di Hamas.
La prospettiva dei “due popoli, due Stati” rimane, secondo i vescovi, l’unica via percorribile verso un futuro di convivenza pacifica e duratura.

Si sollecita, pertanto, il Governo italiano e le istituzioni europee a impegnarsi attivamente per interrompere le ostilità e a sostenere gli appelli provenienti dalla società civile.
Papa Leone, in una dichiarazione spontanea rilasciata dalla sua residenza di Castel Gandolfo, ha espresso un parere che risuona come un monito: il riconoscimento dello Stato palestinese potrebbe costituire un passo importante verso una soluzione, ma senza la volontà di ascolto reciproco, ogni iniziativa rischia di rimanere sterile.
Si prevede, con un certo rammarico, che gli Stati Uniti potrebbero essere gli ultimi a riconoscere la Palestina, sottolineando la necessità urgente di trovare modi per onorare i diritti e la dignità di tutti i popoli coinvolti.

La priorità, come ha affermato il primo pontefice americano, deve essere quella di costruire ponti di comprensione e rispetto, superando le divisioni e le preclusioni che alimentano il conflitto.

Il futuro, fragile e incerto, dipende dalla capacità di ascoltare la voce della ragione e della speranza.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -