domenica 19 Ottobre 2025
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Ranucci, attentato: indagini affidate al RIS, pista diabolica

L’indagine sull’attentato incendiario che ha gravemente danneggiato l’abitazione e i veicoli del giornalista Sigfrido Ranucci a Pomezia è ora nelle mani del Nucleo Investigativo Scientifico dei Carabinieri (RIS), un’unità specializzata nell’analisi di scenari complessi e nella ricostruzione di dinamiche investigative.
Il ritrovamento di un ordigno rudimentale, composto da un chilogrammo di esplosivo ad alta potenza, ha immediatamente sollevato interrogativi cruciali sulla natura e le motivazioni di un atto intimidatorio che ha mancato per fortuna di causare vittime.

L’attenzione degli investigatori è focalizzata su molteplici fronti.
L’analisi chimico-balistica dei resti dell’esplosivo è prioritaria: l’obiettivo è identificare la composizione precisa del materiale utilizzato, potenzialmente collegabile a precedenti episodi o a specifiche fonti di approvvigionamento, aprendo così piste investigative significative.
Parallelamente, si stanno scandagliando le caratteristiche della miccia e del sistema di innesco, per ricostruire la sequenza degli eventi e comprendere il livello di competenza tecnica richiesto per la preparazione e la posa dell’ordigno.

Un elemento cruciale nell’indagine è la testimonianza di un testimone che ha riferito di aver visto una figura incappucciata allontanarsi poco prima dell’esplosione.

Questa descrizione, seppur parziale, costituisce un punto di partenza per la ricerca di elementi identificativi e per la ricostruzione del percorso di fuga dell’aggressore.
Gli investigatori stanno tracciando le telecamere di sorveglianza presenti nella zona, nella speranza di acquisire immagini utili a identificare il veicolo utilizzato per la fuga e a rintracciare la persona incappucciata.
Il fatto che l’ordigno sia stato posizionato in un luogo facilmente visibile, tra due vasi esterni all’abitazione, suggerisce una conoscenza precisa degli spostamenti del giornalista, che era appena rientrato a casa dopo un periodo di assenza.

Questa circostanza rafforza l’ipotesi di un’azione premeditata e mirata, suggerendo che l’aggressore o gli aggressori avevano la possibilità di monitorare le abitudini e la routine del giornalista.

L’individuazione di un’autovettura rubata nelle vicinanze del luogo dell’esplosione rappresenta un ulteriore elemento di indagine.

Sebbene al momento non siano stati stabiliti collegamenti diretti tra l’attentato e il furto d’auto, gli investigatori stanno verificando se l’autoveicolo possa essere stato utilizzato per il trasporto dell’ordigno o per agevolare la fuga degli aggressori.
L’analisi della vettura rubata potrebbe fornire indizi cruciali sull’identità dei responsabili e sulla loro rete di contatti.

L’indagine, complessa e articolata, si avvale delle più avanzate tecnologie forensi e si caratterizza per un approccio multidisciplinare, volto a ricostruire con precisione la dinamica dell’evento e a identificare i responsabili di questo grave atto di intimidazione.

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