Martedì sera, nel quartiere Mazzetta di Viterbo, un drammatico episodio ha scosso la tranquillità della comunità: una donna di ottantacinque anni è stata vittima di una rapina in casa, con conseguente ricovero in rianimazione presso l’ospedale Santa Rosa.
L’evento, protratto nel silenzio fino ad oggi, si è consumato intorno alle ore 22:00, quando tre individui, il volto celato e dall’accento suggestivo di un’origine straniera, hanno forzato l’accesso all’abitazione dell’anziana signora.
La dinamica, ricostruita dalle prime indagini, rivela una scena di profonda vulnerabilità e terrore.
I malviventi, agendo con rapidità e apparente premeditazione, hanno sopraffatto la donna, spogliandola dei suoi beni: un patrimonio di denaro contante e oggetti di valore, stimato in circa cento mila euro.
La somma, frutto di una vita di risparmi e forse di eredità, rappresenta un danno incalcolabile, ben oltre il mero valore economico.
L’azione dei rapinatori, eseguita con precisione, suggerisce una possibile organizzazione e una certa familiarità con l’ambiente circostante.
Il veicolo utilizzato per la fuga, un SUV nero presumibilmente condotto da un quarto complice appostato, indica una pianificazione più complessa, che estende la responsabilità del crimine a un gruppo più ampio.
L’impiego di un veicolo di queste dimensioni lascia presumere anche una certa audacia, con la volontà di ostentare un senso di impunità.
Il trauma subito dalla vittima ha avuto ripercussioni immediate sulla sua salute.
Dopo aver allertato i soccorsi e il figlio, l’anziana si è sentita male, precipitando in una condizione critica che ha richiesto il ricovero urgente in terapia intensiva.
La gravità del suo stato attuale è un chiaro riflesso del profondo stress emotivo e fisico causato dalla violenza subita.
La rianimazione non è solo un intervento medico, ma anche un tentativo di lenire la ferita profonda inferta alla sua anima.
Le indagini, affidate alla squadra mobile, sono ora focalizzate sull’identificazione dei responsabili e sulla ricostruzione completa della dinamica.
Si stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, raccogliendo testimonianze e seguendo ogni pista utile a fare luce su questo episodio di grave illegalità, che solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla fragilità dei soggetti più vulnerabili all’interno della società.
Il caso non solo richiede una risposta repressiva, ma anche una riflessione più ampia sulle politiche di prevenzione e sul rafforzamento del sostegno alle persone anziane, spesso isolate e più esposte a questo genere di violenze.