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Rinascita nell’Appennino: cammini, storia e resilienza

Nel cuore dell’Appennino centrale, un territorio segnato da un passato di ferite profonde – le cicatrici dei terremoti che hanno sconvolto il 2016 e il 2017 – si profila una nuova via di rinascita.

Non si tratta di una ricostruzione materiale soltanto, ma di un recupero dell’anima, un percorso di resilienza incarnato nel “turismo lento”, un approccio consapevole e immersivo che mette al centro l’esperienza umana e la connessione profonda con il paesaggio.
Il volume “I cammini della rinascita.

Tesori nascosti nell’Appennino centrale”, curato da Chiara Giacobelli e pubblicato da Giunti Editore, funge da mappa di questa trasformazione, rivelando nove itinerari pedonali che si snodano tra natura incontaminata e borghi ricchi di storia e tradizioni.
Questi percorsi, presentati ufficialmente presso Palazzo Chigi, rappresentano una strategia mirata a stimolare un flusso turistico sostenibile e a promuovere la riqualificazione di aree spesso marginalizzate.

Il fenomeno del camminare, in Italia, è in forte espansione.

I dati di “Italia, Paese di cammini” di Terre di mezzo, indicano un incremento del 29% nel 2024, con oltre 191.
000 persone che hanno scelto di percorrere sentieri e vie percorse da storie secolari.
Questi itinerari, che intrecciano elementi laici e religiosi, offrono un’occasione unica per riscoprire il patrimonio culturale e ambientale del nostro Paese, spesso celato ai circuiti turistici convenzionali.
Tra i percorsi delineati, spiccano il Cammino Francescano della Marca, la Via Lauretana, il cammino dei Cappuccini, il percorso nelle Terre Mutate, quello dedicato a San Giuseppe da Leonessa, il Cammino di San Benedetto, la Via di Francesco, il percorso naturale dei Parchi e il Cammino dei Monti e dei Santi.
L’offerta turistica si arricchisce di attrattive uniche: il suggestivo ponte tibetano di Sellano, la ciclopedonale del Nera, il Museo delle mummie di Ferentillo, le Gole del Velino, per citarne solo alcune.
I nove itinerari, interconnessi in un’unica rete, promettono un’esperienza sensoriale completa, che va oltre la semplice fruizione del paesaggio.

La sfida ora è quella di sviluppare un’adeguata infrastruttura di accoglienza lungo i 70 punti tappa, dove la disponibilità di posti letto è attualmente limitata.
Il Commissario Straordinario per il sisma 2016, Guido Castelli, sottolinea l’importanza di creare una rete di ospitalità diffusa, capace di rispondere alle esigenze dei visitatori e di generare nuove opportunità di lavoro per le comunità locali.
La Ministra del Turismo, Daniela Santanchè, evidenzia come questi progetti siano fondamentali per contrastare l’undertourism, favorendo un turismo di qualità, radicato nel territorio e volto a rafforzare il senso di identità e appartenenza all’area appenninica.
Si tratta di un turismo che va oltre il semplice consumismo esperienziale, promuovendo un dialogo autentico tra persone e luogo, e contribuendo alla ricostruzione di un tessuto sociale e culturale resiliente.

La rinascita, in questo contesto, non è solo una questione di muri e tetti, ma soprattutto di relazioni, di memoria e di futuro.

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