Il 22 novembre, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Non Una di Meno convoca una mobilitazione a Roma, un grido di rottura che si eleva contro l’intreccio perverso tra guerre, patriarcato e le sue manifestazioni più brutali.
L’appuntamento è fissato per le ore 14:30 in Piazza della Repubblica, da cui il corteo si svilupperà lungo un percorso che incrocia arterie nevralgiche della città, sollevando una coscienza collettiva e denunciando una realtà intollerabile.
Questo atto di protesta si inserisce in un calendario più ampio di iniziative programmate per il 25 novembre, giornata simbolo nella lotta contro la violenza di genere, che vedrà cortei, azioni simboliche e iniziative di sensibilizzazione diffondersi in tutto il paese.
La mobilitazione di Non Una di Meno si pone come una critica radicale alle politiche governative che, sotto la maschera di misure repressive nei confronti dei femminicidi, perseguono in realtà un’agenda neoliberista e patriarcale.
L’ostentazione di leggi severe e misure punitive, pur necessarie, non può celare un attacco sistematico ai servizi essenziali per le donne vittime di violenza: i centri antiviolenza, pilastri di un approccio femminista e comunitario alla prevenzione e al sostegno, vengono progressivamente smantellati, marginalizzate le loro metodologie partecipate e il loro ruolo cruciale nella fuoriuscita dalla violenza.
I dati dell’Osservatorio Non Una di Meno, pur drammatici, restituiscono solo la punta dell’iceberg di una violenza strutturale e diffusa, un quotidiano sommerso di soprusi, abusi psicologici, molestie e discriminazioni che permea ogni aspetto della società.
Il femminicidio, con le sue cifre agghiaccianti (78 donne uccise), si intreccia a una catena di suicidi indotti, specialmente tra persone trans e non binarie, testimonianza di un’esclusione e una marginalizzazione che portano al limite la sopportazione.
La protesta non si limita alla denuncia della violenza fisica e psicologica; si estende a una visione più ampia di giustizia sociale ed emancipazione.
Non Una di Meno rivendica una scuola libera da pregiudizi e condizionamenti, un luogo di ricerca e di insegnamento che promuova l’educazione sessuo-affettiva in tutte le fasi dell’istruzione, dall’infanzia all’università.
Si tratta di un investimento nel futuro, per costruire una società più inclusiva e rispettosa della diversità.
La mobilitazione si pone in opposizione alla deriva bellica del governo, che aggrava le disuguaglianze e alimenta la violenza in tutte le sue forme.
Si contesta la manovra finanziaria, che sacrifica i diritti sociali a favore di un riarmo che non tutela nessuno.
Si afferma il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei popoli, ribadendo con forza un motto che è allo stesso tempo slogan e impegno: “Noi la guerra non la paghiamo! Né complici né vittime della conversione bellica.
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