Roma, anni ’60 e ’70: un’epoca che trascende la semplice cronaca per incarnare un vero e proprio fenomeno culturale, la *Dolce Vita*.
Più che un periodo storico, un’esperienza sensoriale, un’estetica di lusso e decadenza che fece di Via Veneto il fulcro pulsante di un mondo che sognava l’azzardo, la bellezza e la notorietà.
Ma cosa alimentò questo vortice di feste, scandali e apparizioni, che trasformò una strada romana in un’icona globale?La *Dolce Vita* non fu semplicemente un’esplosione di divertimento fine a sé stesso.
Fu il risultato di una convergenza di fattori: il boom economico italiano che generò nuove ricchezze e un desiderio sfrenato di ostentazione, l’affermazione del cinema italiano nel panorama internazionale, che attirò star e registi da tutto il mondo, e una certa lassità morale che permise a celebrità, intellettuali e aspiranti a mescolarsi in un ambiente di apparente libertà.
Via Veneto divenne il palcoscenico privilegiato di questo spettacolo, un punto di incontro dove l’arte, la moda, il cinema e la mondanità si intrecciavano in un’estetica seducente e provocatoria.
Il Circolo Canottieri Roma, custode di una storia romana ricca e vibrante, offre martedì 18 alle 18:30 un’occasione unica per ripercorrere questo mito irripetibile con l’evento “Ci vediamo a Via Veneto”.
Non si tratta di una semplice retrospettiva, ma di un viaggio immersivo nel cuore pulsante di un’epoca che ha plasmato l’immaginario collettivo.
A raccontare e a vivere nuovamente quelle notti, un gruppo eccezionale di testimoni privilegiati: figure chiave che hanno contribuito a definire l’atmosfera e a documentare gli eventi.
Pietro Delise, l’architetto del divertimento, con le sue creazioni dietro i bar e i locali che scandivano il ritmo della notte romana; Rino Barillari, il re dei paparazzi, l’occhio acuto e indiscreto che catturava gli istanti più significativi e scandalosi; Barbara Bouchet, l’incarnazione stessa del glamour e dell’eleganza, testimone diretta delle dinamiche del potere e del successo; Luc Merenda, volto simbolo del cinema poliziesco, un genere che rifletteva la complessità e le contraddizioni di un’epoca in trasformazione; Gianni Bozzacchi e Marcellino Radogna, maestri del ritratto di celebrità, capaci di cogliere l’essenza dei loro soggetti; Marino Collacciani, cronista della notte, l’osservatore arguto e ironico che svelava i retroscena di un mondo apparente.
La serata non si limita a rievocare aneddoti e curiosità.
Vuole sondare l’essenza di un’epoca, analizzarne le dinamiche, comprendere il suo impatto sulla cultura e sull’immaginario collettivo.
Si tratta di un’occasione per riflettere sul fascino intramontabile del glamour, sulla fragilità della celebrità, sulla tensione tra apparenza e realtà.
Può la *Dolce Vita* essere replicata? Forse no, perché era figlia del suo tempo, del suo contesto socio-economico e culturale.
Ma il suo mito continua a vivere, alimentando la nostra immaginazione e stimolando la nostra curiosità.
Un invito a riscoprire il fascino di un periodo irripetibile, quando Roma, per un breve ma intenso periodo, fu la capitale indiscussa del glamour internazionale.







