L’indagine che sta scuotendo Roma si concentra nelle intricate gallerie sottostanti la Casa del Jazz, un complesso culturale costruito su un bene confiscato alla criminalità organizzata.
La storia di questo luogo è profondamente intrecciata con la figura di Enrico Nicoletti, ex cassiere della temibile banda della Magliana, le cui attività illegali ne avevano segnato la proprietà.
La decisione di procedere con un’accurata ricognizione, supportata dall’impiego di cani molecolari altamente specializzati, è stata assunta dal Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, un’autorità con la responsabilità di coordinare le forze di polizia e valutare le implicazioni per la sicurezza pubblica.
L’attenzione è focalizzata sulla possibilità, seppur al momento solo una prospettiva da verificare, che le gallerie possano celare resti relativi alla scomparsa del giudice Paolo Adinolfi, un caso irrisolto che da decenni avvolge la giustizia romana.
La sua sparizione nel 1994 continua a rappresentare una ferita aperta nel tessuto sociale e giudiziario, alimentando speculazioni e interrogativi.
Le ricerche, condotte congiuntamente da Carabinieri e Polizia, si addentrano in aree sotterranee precedentemente inesplorate, aprendo un capitolo inedito nella conoscenza della struttura architettonica e della sua storia.
La sua esistenza stessa era poco documentata, aggiungendo un elemento di mistero all’operazione.
La decisione di avviare questo approfondimento investigativo è stata motivata da una segnalazione cruciale proveniente dall’ex magistrato Gugliemo Muntoni.
Le sue informazioni hanno indirizzato l’attenzione verso la presenza di un tunnel sigillato, apparentemente chiuso alla circolazione circa trent’anni fa.
Questo dettaglio suggerisce un tentativo deliberato di occultamento, intensificando il grado di sospetto e l’importanza delle operazioni in corso.
Il focus delle ricerche è attualmente concentrato in questa specifica area, sottostante lo spazio culturale di via Cristoforo Colombo, con l’obiettivo di analizzare il tunnel e le sue immediate vicinanze alla ricerca di indizi o prove che possano gettare nuova luce sulla scomparsa del giudice Adinolfi e, più in generale, sulla rete di relazioni e attività che caratterizzò la banda della Magliana.
L’impiego di tecnologie avanzate e la competenza dei cani addestrati mirano a massimizzare le possibilità di individuazione di reperti organici e tracce che possano contribuire a ricostruire gli eventi e a fare luce su un capitolo oscuro della storia romana.







