Roma, Kaufmann: Richiesta il processo immediato per il duplice femminicidio.

La Procura di Roma ha formalmente richiesto il rito del giudizio immediato nei confronti di Francis Kaufmann, figura al centro di una vicenda drammatica che ha scosso profondamente la città: il duplice femminicidio avvenuto a Villa Pamphili nel giugno scorso.

L’uomo, un quarantaseienne di origini svizzere, è sotto accusa per aver posto fine alla vita della sua compagna, Anastasia Trofimova, e, poche ore successive, della loro figlia Andromeda, una bambina di appena quattordici mesi.

La scoperta dei corpi, giacenti a breve distanza l’uno dall’altro all’interno del parco storico, ha immediatamente acceso i riflettori su un caso che solleva interrogativi complessi riguardanti la dinamica dei rapporti interpersonali, la violenza di genere e le possibili falle nei sistemi di monitoraggio e protezione.
Il procuratore aggiunto Antonio Verdi, a capo dell’inchiesta, contesta a Kaufmann l’omicidio volontario aggravato, un capo d’accusa che riflette la premeditazione e la crudeltà presumibilmente insite nelle azioni commesse.
Tuttavia, l’elenco delle aggravanti contestate è particolarmente ampio e dettagliato, dipingendo un quadro di una relazione deteriorata, caratterizzata da dinamiche disfunzionali e motivazioni abietto-futili.

Oltre all’occultamento di cadavere, la Procura ha ravvisato aggravanti legate alla minorata difesa della vittima Anastasia, alla preesistente relazione affettiva tra l’imputato e la donna, e, particolarmente toccante, alla discendenza, ovvero il legame di sangue con la figlia Andromeda, una vittima innocente di una violenza incomprensibile.

L’inchiesta non si limita a ricostruire la sequenza degli eventi che hanno portato alla tragica conclusione.

Un fil rouge particolarmente significativo è rappresentato dall’indagine interna condotta dalla polizia in merito ai controlli effettuati a Kaufmann nelle settimane precedenti i femminicidi.

Questo aspetto, inizialmente oggetto di un fascicolo a modello 45 – una procedura utilizzata per indagini preliminari senza l’identificazione immediata di indagati o ipotesi di reato – mira a verificare se vi fossero segnali premonitori di pericolo non percepiti o adeguatamente gestiti dalle autorità.

La finalità è comprendere se la tragedia avesse potuto essere evitata attraverso un intervento più tempestivo e se i protocolli di sorveglianza e assistenza, pensati per proteggere le persone a rischio, abbiano operato in maniera efficace.
La chiusura di questo fascicolo, con le relative conclusioni, si rivelerà cruciale per delineare con maggiore precisione il contesto in cui si è consumata la vicenda e per apportare eventuali modifiche ai sistemi di prevenzione e protezione delle vittime di violenza.

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