Sabato 18 ottobre, Roma si appresta ad accogliere un evento senza precedenti nella storia italiana: il primo Non-Binary Pride.
Questa iniziativa, nata da una volontà diffusa e partecipata, si distanzia dalle dinamiche istituzionali, rifiutando sponsorizzazioni e patrocini formali, scegliendo di fiorire come un’espressione di soggettività libere e auto-organizzate.
Il corteo, un flusso di identità che sfidano le convenzioni, si animerà alle 16 da piazzale Ostiense, per poi riversarsi nel cuore del quartiere San Paolo, culminando in un vibrante Parco Schuster.
Qui, un programma ricco e stimolante attenderà i partecipanti, un intreccio di arte, musica e parola che celebra la complessità e la ricchezza dell’esperienza non binaria.
Il palcoscenico vedrà esibizioni drag di artisti affermati come Nuvola, Peppina L’Ametista, Vòland e Lilith Xeno, un caleidoscopio di creatività e performance.
La musica di Sadia accompagnerà l’atmosfera, mentre il collettivo ‘Questa Cosa Queer’ offrirà performance di queer poetry, un’esplorazione poetica e introspettiva delle identità non conformi.
Un dj set concluderà la giornata, creando un’esperienza immersiva e coinvolgente.
Per garantire l’accessibilità e l’inclusione, sarà attivo un servizio di interpretazione simultanea in Lingua dei Segni Italiana (LIS).
Il Non-Binary Pride non è solo una celebrazione della visibilità, ma anche una piattaforma per rivendicazioni concrete.
Realtà collettive e individui provenienti da ogni angolo d’Italia si uniranno per spingere verso il riconoscimento e la tutela dei diritti delle persone non binarie.
Questa lotta si inserisce in un contesto storico segnato dalla recente, e fondamentale, sentenza n.143 della Corte Costituzionale del 23 luglio 2024, che ufficialmente sancisce l’esistenza e la legittimità di identità al di là del binario di genere tradizionale.
Le rivendicazioni si focalizzano su molteplici fronti: l’autodeterminazione giuridica, l’accesso equo ai servizi sanitari, la promozione di una cultura inclusiva e la revisione di normative obsolete.
In particolare, l’attenzione si rivolge alla Legge 164/1982, un ostacolo burocratico che complica il percorso di riconoscimento legale per le persone transgender, impedendo loro di modificare in modo semplice e diretto l’attribuzione di sesso e il nome sui documenti anagrafici.
Il Non-Binary Pride, quindi, si configura come un momento di convergenza, una voce corale che chiede un cambiamento profondo e duraturo nel panorama giuridico, sociale e culturale italiano, promuovendo una società più giusta e accogliente per tutte le identità di genere.






