La Riscoperta del Verde Urbano: Un Modello di Collaborazione tra Comunità e Istituzioni a RomaRoma si sta trasformando.
Non attraverso grandi opere imposte dall’alto, ma attraverso un processo di rigenerazione dal basso, un’evoluzione che vede cittadini, associazioni e amministrazioni collaborare attivamente per restituire dignità e vitalità agli spazi pubblici.
Questo modello, incarnato dai “patti di collaborazione”, sta ridefinendo il rapporto tra la città e i suoi abitanti, creando una rete di iniziative che vanno ben oltre la semplice cura del verde.
L’iniziativa si articola in una miriade di progetti sparsi per la città, ognuno con la propria identità e obiettivi specifici.
Largo Ferruccio Mengaroni, nel quartiere di Tor Bella Monaca, è un esempio emblematico.
Grazie al sostegno della Fondazione Bulgari e alla dedizione dell’associazione Cubo Libro, un’area precedentemente degradata è rinata come un vero e proprio fulcro di aggregazione sociale.
Oltre alle aree verdi curate, si sono realizzati un’area giochi per bambini, un’area fitness e persino uno skate park, restituendo al quartiere uno spazio di socializzazione e svago.
Il giardino dei cedrati all’interno di Villa Pamphilj rappresenta un’altra eccellenza.
Un casale storico, oggetto di cogestione tra pubblico e privato, è stato trasformato in un centro culturale e un laboratorio di agricoltura urbana.
Qui, accanto a eventi culturali e iniziative didattiche, si coltiva un orto che promuove l’educazione alimentare e la sostenibilità.
Il Parco dei Romanisti, con il suo uliveto urbano, incarna un modello di solidarietà: l’olio prodotto viene distribuito alle famiglie in difficoltà, creando un legame tangibile tra cura del territorio e sostegno sociale.
Il parco della Cellulosa, e l’esperienza Retake al Parco degli Acquedotti, sono altrettanti tasselli di questo mosaico di iniziative.
Questo approccio, che vede il coinvolgimento diretto dei cittadini nella gestione degli spazi pubblici, è un elemento chiave per la sostenibilità del modello.
L’amministrazione capitolina, attraverso il Dipartimento Ambiente e i municipi, ha formalizzato numerosi patti di collaborazione, e ne sta sviluppando decine di altri.
Le cosiddette “adozioni” di aree verdi, spesso avviate spontaneamente da gruppi di cittadini, rappresentano un primo passo verso la stipula di patti più strutturati.
Il sindaco Roberto Gualtieri e l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi hanno espresso un forte sostegno a questo modello, sottolineando come esso permetta di superare i limiti dell’azione amministrativa isolata, aprendo le porte a una gestione più partecipata e innovativa.
Questi patti non sono solo uno strumento per migliorare la cura del territorio, ma anche un’occasione per contrastare la solitudine, rafforzare il senso di comunità e promuovere l’inclusione sociale.
La cura del verde, in questo contesto, si traduce in una cura della città e dei suoi abitanti, un investimento nel benessere collettivo e nella costruzione di un futuro più sostenibile e resiliente.
La sfida ora è consolidare questo modello, ampliarne la portata e garantire una governance trasparente e partecipata, affinché la rigenerazione urbana sia davvero opera di tutti.






