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sabato 8 Novembre 2025

Roma, Santa Beatrice: atti vandalici e odio scuotono la scuola

Un’ombra di violenza e intolleranza si è abbattuta sulla comunità scolastica dell’Istituto Comprensivo “Santa Beatrice” nel quartiere Portuense di Roma, scuotendo profondamente il tessuto educativo e civile del territorio.
Da settimane, la scuola è bersaglio di un’escalation di atti vandalici che trascendono la mera bravata giovanile, configurandosi come un attacco premeditato alla sicurezza e ai valori fondamentali dell’istituzione.

L’incresiazione è iniziata nel giorno della Memoria, il 27 gennaio, con la comparsa di simboli di odio, svastiche e linguaggio offensivo sui muri della scuola.
Questi primi segnali, pur dolorosi, hanno preluso a un’ondata di violenza crescente: citofoni deliberatamente danneggiati, esplosioni di petardi che hanno frantumato vetri e compromesso l’integrità strutturale dell’edificio, fino all’utilizzo di un ordigno più potente, capace di divellere finestre e serrande, entrando nell’ufficio del collaboratore del dirigente scolastico.

L’Istituto “Santa Beatrice”, che accoglie 18 classi e sei sezioni di scuola media, si trova ad affrontare una situazione inedita e preoccupante.
L’assenza di sistemi di videosorveglianza si rivela un fattore di vulnerabilità, alimentando l’impunità dei responsabili e rendendo più arduo il compito delle forze dell’ordine, già impegnate nell’indagine.
L’amministrazione scolastica, profondamente turbata, si dichiara sconcertata dall’intensità di questi atti, negando categoricamente qualsiasi azione o circostanza che possa aver provocato tali reazioni.
La vicenda ha sollevato un’ondata di sdegno e preoccupazione a livello istituzionale.
La senatrice del Partito Democratico Cecilia D’Elia condanna con fermezza l’attacco, definendolo un “atto gravissimo e inquietante” e un “segnale di allarme” che richiede una risposta collettiva.

Anche la vicepresidente della Commissione Scuola di Roma Capitale, Rachele Mussolini, ha annunciato un’interrogazione per fare luce sulla vicenda e sollecitare misure preventive.

Al di là della risposta giudiziaria, l’episodio pone interrogativi più ampi sulla diffusione di ideologie estreme e sulla necessità di rafforzare l’educazione alla legalità e alla tolleranza all’interno delle scuole e nella società nel suo complesso.
La comunità scolastica dell’Istituto “Santa Beatrice”, ferita ma non abbattuta, si appella alla resilienza e alla collaborazione, invitando tutti a resistere all’odio e a difendere i valori della convivenza civile, confidando che la giustizia faccia il suo corso e che la scuola possa tornare a essere un luogo sicuro e accogliente per le generazioni future.
L’urgenza di installare un sistema di videosorveglianza appare ora non solo un’esigenza tecnica, ma un atto simbolico di difesa dei principi democratici e di tutela del diritto allo studio.

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