Roma, città di storia millenaria e fulcro pulsante della vita politica, culturale ed economica italiana, si trova oggi a confrontarsi con una sfida complessa: la sicurezza urbana.
I dati statistici forniti dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza dipingono un quadro allarmante, con un tasso di criminalità – circa 6.400 reati ogni 100.000 abitanti – che amplifica la percezione di insicurezza diffusa tra residenti, lavoratori e visitatori.
Questa percezione non è mera sensazione, ma riscontro tangibile di una realtà che si manifesta quotidianamente.
L’analisi della tipologia di reati rivela una prevalenza di furti, che rappresentano quasi la metà del totale, evidenziando una vulnerabilità strutturale che necessita di interventi mirati.
L’incidenza di stranieri tra le persone denunciate e arrestate, pari al 40%, solleva interrogativi complessi che trascendono la semplice correlazione statistica e richiedono un’indagine approfondita delle dinamiche socio-economiche sottostanti.
Tale dato, come sottolineato durante l’incontro “La sicurezza pubblica a Roma”, non deve essere utilizzato per generalizzazioni o stigmatizzazioni, ma come punto di partenza per politiche di integrazione e controllo del territorio più efficaci.
La complessità della questione è ulteriormente aggravata dall’impatto di flussi migratori irregolari e dall’enorme afflusso di pendolari e turisti che quotidianamente gravano sulle risorse e sulla capacità di risposta del sistema di sicurezza.
La città, in continua espansione, vede aumentare la sua superficie e la sua densità abitativa, rendendo sempre più difficile garantire un livello di sicurezza adeguato a tutti i suoi abitanti.
L’efficacia del sistema di sicurezza dipende dalla sua capacità di adattarsi a questi cambiamenti, ottimizzando la distribuzione delle risorse e implementando strategie di prevenzione mirate.
Il numero di presidi territoriali della Questura, attualmente fissato a 47, è oggetto di revisione, con la consapevolezza che la loro dislocazione attuale potrebbe non essere ottimale per rispondere alle esigenze di una città in continua trasformazione.
L’idea di potenziare la presenza di polizia in aree periferiche, come Roma-est e Ponte di Nona, è condivisa, ma necessita di una pianificazione accurata per garantire la sostenibilità e l’efficacia degli interventi.
Il Questore di Roma, Roberto Massucci, ha sottolineato che la sicurezza percepita dai cittadini è un concetto multidimensionale che va al di là della mera analisi statistica.
Essa è intrinsecamente legata alla capacità delle forze dell’ordine di operare in condizioni logistiche, tecnologiche e operative ottimali, e di instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con la comunità locale.
Investire nella formazione del personale, nell’innovazione tecnologica e nel potenziamento delle infrastrutture è fondamentale per garantire un servizio di sicurezza efficiente e reattivo.
La sfida che Roma si trova ad affrontare non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche una questione di coesione sociale, di inclusione e di sviluppo sostenibile.
Affrontare le cause profonde della criminalità, promuovere l’integrazione e rafforzare il senso di comunità sono elementi imprescindibili per costruire una città più sicura e vivibile per tutti.
È necessario un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolga le istituzioni, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato e i cittadini stessi, al fine di creare un ambiente in cui la sicurezza non sia solo un diritto garantito, ma anche un valore condiviso.








