A San Lorenzo, Roma, un’ondata di propaganda leghista sta alimentando tensioni e accendendo un dibattito acceso sulla questione abitativa e sull’uso strumentale della paura.
Manifesti, caratterizzati da un’immagine generata tramite intelligenza artificiale – un dettaglio che ne rivela la natura artificiosa e manipolatoria – campeggiano nel quartiere, con slogan intimidatori che minacciano l’espulsione forzata in 24 ore per chi occupa immobili.
Le immagini, finemente orchestrate, evocano stereotipi dannosi, raffigurando individui percepiti come “diversi” – un giovane con la barba, persone di colore, una donna con una borsa – sotto lo sguardo severo di forze dell’ordine.
Questa campagna, come denunciato da Rifondazione Comunista, rappresenta un ritorno a tattiche divisive e polarizzanti, tipiche dell’approccio della Lega, volta a costruire un’identità basata sulla contrapposizione e sulla paura del “diverso”.
Dietro la facciata di chi tutela i proprietari, si cela una realtà più complessa: il Decreto Sicurezza, a cui la Lega fa riferimento, non interviene sulle occupazioni di abitazioni private, bensì si focalizza su strutture abbandonate e degradate, spesso recuperate da soggetti marginalizzati che cercano un rifugio.
L’organizzazione Scomodo ha contribuito a smascherare l’inganno mediatico, evidenziando come i manifesti siano un’operazione di comunicazione studiata per fomentare intolleranza e conflitti sociali.
Si tratta di una strategia mirata a distrarre l’attenzione dai veri problemi e a creare un clima di sospetto e ostilità tra fasce vulnerabili della popolazione.
La retorica del pugno duro, con la minaccia di pene severe per gli occupanti, contrasta con l’assoluta mancanza di iniziative concrete da parte del governo in materia di politiche abitative.
Il Ministero delle Infrastrutture, controllato dalla stessa Lega, non ha prodotto finora misure significative per affrontare l’emergenza abitativa, dimostrando una profonda incongruenza tra la propaganda e le azioni effettive.
Questo scenario pone interrogativi cruciali: come mai si ricorre a immagini generate dall’intelligenza artificiale per rafforzare stereotipi e diffondere paura? Qual è il ruolo dei media nel veicolare messaggi polarizzanti? E, soprattutto, come possiamo costruire una società più giusta e inclusiva, in cui il diritto alla casa sia riconosciuto come un diritto umano fondamentale, e non come un privilegio da difendere con la forza e la propaganda? La vicenda di San Lorenzo diventa così un campanello d’allarme, un monito contro l’uso strumentale della paura e un invito a promuovere un dibattito più costruttivo e orientato alla risoluzione dei problemi reali.