Nel corso dei decenni, l’eradicazione della poliomielite si è configurata come una delle più ambiziose e significative sfide umanitarie del nostro tempo.
Dal 1988, con l’avvio della Global Polio Eradication Initiative (GPEI), un’azione concertata ha coinvolto nazioni, organizzazioni e individui, culminando in un impatto profondo sulla salute globale.
Adriana Muscas, governatrice del Distretto Rotary 2080, ha sottolineato come, grazie a questo sforzo collettivo, quasi 3 miliardi di bambini in 122 paesi abbiano ricevuto la protezione del vaccino, con un investimento complessivo che supera i 2,1 miliardi di dollari.
La poliomielite, un virus neurotropo altamente contagioso, si trasmette prevalentemente attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati, colpendo in maniera spietata i bambini sotto i cinque anni.
La sua azione patogenica, mirata al sistema nervoso centrale, può condurre a paralisi irreversibili, disabilità permanenti e, in alcuni casi, la perdita della vita.
Nel 1988, l’incidenza annuale di nuovi casi stimata era di 350.000, una cifra terrificante che rifletteva la portata della crisi sanitaria.
La collaborazione tra il Rotary International e partner cruciali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’UNICEF, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti e, più recentemente, la Bill e Melinda Gates Foundation, ha dato impulso a una strategia multiforme.
Oltre alla somministrazione massiccia di vaccini, l’approccio ha incluso il rafforzamento dei sistemi sanitari locali, il monitoraggio continuo della circolazione virale e la sensibilizzazione delle comunità.
Questo sforzo sinergico ha permesso di ridurre l’incidenza della polio di quasi il 99,9%, un risultato storico che testimonia l’efficacia della cooperazione internazionale.
Nonostante questo successo straordinario, la poliomielite persiste come problema endemico in Afghanistan e Pakistan, due nazioni afflitte da conflitti, instabilità politica e sfide logistiche che rendono particolarmente arduo raggiungere tutte le popolazioni vulnerabili.
La persistenza del virus in queste aree rappresenta una minaccia globale: la ricomparsa della malattia in altre parti del mondo non è più uno scenario impossibile, ma una potenziale realtà se gli sforzi di eradicazione dovessero arrestarsi prematuramente.
Proiezioni attendibili stimano che, in un simile scenario, entro un decennio la poliomielite potrebbe paralizzare fino a 200.000 bambini ogni anno, cancellando i progressi compiuti e riaffliggendo intere comunità.
Il recente viaggio in Pakistan del presidente del Rotary International, Francesco Arezzo, insieme al Chairman della Rotary Foundation, Holger Knaack, e a una delegazione del team PolioPlus, testimonia l’impegno continuo del Rotary nell’accelerare l’eradicazione.
L’incontro con il primo ministro Mian Shehbaz Sharif e altri funzionari governativi, unito alla somministrazione diretta del vaccino antipolio a bambini, sottolinea la volontà di rafforzare ulteriormente la collaborazione e di superare gli ostacoli ancora presenti.
La lotta contro la poliomielite non è solo una questione di salute pubblica, ma anche un imperativo morale: garantire un futuro libero dalla malattia per ogni bambino del pianeta rappresenta un investimento nel progresso umano, un passo verso un mondo più equo e resiliente, e un’eredità preziosa per le generazioni future.
Ogni goccia di vaccino somministrata è un seme di speranza, un mattone nella costruzione di un mondo libero dalla paura della polio.








