Il progetto per il nuovo Stadio della Roma a Pietralata solleva interrogativi cruciali sul futuro del paesaggio urbano e sulla sua resilienza ecologica.
Una recente valutazione agronomica, condotta sotto la presidenza nazionale dell’Ordine degli Agronomi e Forestali, getta luce sulla composizione floristica delle aree interessate, scartando l’immagine di un ecosistema naturalistico di pregio.
La relazione tecnica, ora in possesso del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, evidenzia come la vegetazione esistente sia costituita prevalentemente da specie infestanti, retaggio di antichi impianti colturali – frutteti e coltivazioni – ormai dismessi e in stato di abbandono.
Questo degrado è inestricabilmente legato al contesto urbano circostante, caratterizzato da una preesistente urbanizzazione e da un livello di degrado che ne compromette intrinsecamente il valore naturalistico.
Lungi dall’essere un baluardo di biodiversità, la flora presente appare come un’espressione di negligenza, un sintomo di un territorio in transizione e non un elemento costitutivo di un sistema ecologico consolidato.
La relazione agronomica, pertanto, non si configura come un impedimento al progetto, bensì come un’occasione per una riqualificazione mirata.
Il documento apre la strada a un intervento di compensazione ambientale, prevedendo la sostituzione della vegetazione esistente con nuove piantagioni arboree di specie autoctone e a elevata qualità ecologica.
Questo processo di riqualificazione mira a creare un sistema verde più funzionale, esteticamente gradevole e, soprattutto, sostenibile nel lungo termine, in grado di integrare armoniosamente il nuovo stadio nel tessuto urbano.
La visione proposta non si limita alla semplice sostituzione di piante, ma implica una pianificazione attenta alla creazione di un microclima favorevole, alla promozione della biodiversità locale e alla mitigazione degli impatti ambientali legati alla costruzione e alla successiva fruizione dell’impianto sportivo.
L’intervento si configura, quindi, come un’opportunità per trasformare un’area degradata in un polmone verde per la città, capace di offrire servizi ecosistemici preziosi per la comunità.
La trasparenza dei dati, come testimoniata dalla relazione agronomica, confuta le strumentalizzazioni che hanno infangato il progetto.
La riqualificazione ambientale non è un ostacolo, ma un’opportunità per costruire un futuro urbano più verde e resiliente, dimostrando che lo sviluppo infrastrutturale può coesistere con la tutela dell’ambiente.