Nel cuore della notte, un gesto simbolico ha animato le strade del Lazio: membri del Comitato Referendario Studentesco hanno riaffisso manifesti, un’eco di valori repubblicani che rischiano di affievolirsi sotto il peso dell’apatia e della disillusione. L’azione, più che un semplice atto vandalico, si configura come un appello urgente a risvegliare la coscienza civica di una generazione, troppo spesso silente e distaccata dalle dinamiche del potere.L’astensionismo, ormai dilagante, non è solo un dato statistico, ma un sintomo preoccupante di una crisi più profonda: la perdita di fiducia nelle istituzioni, il senso di impotenza di fronte a problematiche complesse, la percezione che la propria voce non conti. Gli studenti, consapevoli di questo scenario, lanciano un grido di battaglia: la partecipazione attiva è l’antidoto all’immobilismo, l’arma più efficace per plasmare il futuro.”Non possiamo più permetterci di abdicare al nostro ruolo di cittadini,” affermano con fermezza. Il voto, lungi dall’essere un semplice diritto, è un dovere, un atto di responsabilità verso sé stessi e verso le generazioni future. L’appuntamento dell’8 e 9 giugno si configura, dunque, come un momento cruciale, un’occasione irrinunciabile per imprimere una svolta, per indirizzare il paese verso un percorso di rinnovamento.Il focus non è solo sul voto in sé, ma sulle sue implicazioni. Gli studenti rivendicano un cambiamento radicale, un refactoring profondo della repubblica, ponendo al centro il lavoro e i diritti dei lavoratori. Non si tratta di una semplice riforma, ma di un riallineamento dei valori, di una redistribuzione del potere, di una ridefinizione del concetto stesso di progresso. Si auspica una repubblica che non sia più dominata da logiche finanziarie e speculative, ma che metta al primo posto il benessere della collettività, la giustizia sociale, la sostenibilità ambientale.L’azione degli studenti non è un’esortazione a un voto acritico, ma un invito alla riflessione, all’informazione, al confronto. È un appello a superare le divisioni ideologiche, a guardare oltre gli interessi di parte, a elaborare un progetto di società condiviso, capace di rispondere alle sfide del presente e di costruire un futuro più equo e prospero per tutti. Il loro gesto, umile ma carico di significato, è una sfida a ciascuno di noi: riappropriamoci della nostra repubblica, partecipiamo attivamente alla vita pubblica, facciamo sentire la nostra voce, cambiamo il mondo, un voto alla volta.
Studenti in azione: un grido repubblicano contro l’apatia.
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