giovedì 21 Agosto 2025
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TAR: Aggregazione scuole, decisione inficiata per mancanza di motivazioni.

La decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio ha inficiato un atto cruciale della Giunta regionale, dichiarandone la nullità.
Il provvedimento originario aveva disposto l’aggregazione dell’Istituto Comprensivo Alberto Sordi all’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone, entrambi situati nel quartiere IV di Roma.

La sentenza, frutto di un ricorso presentato da genitori di studenti delle due scuole, solleva interrogativi significativi sulla legittimità degli interventi regionali nella riorganizzazione del sistema scolastico.

Il cuore della contestazione risiede nella carenza di adeguata motivazione che ha caratterizzato l’azione amministrativa.
Il piano regionale di dimensionamento scolastico, un processo complesso e articolato, prevede la definizione di linee guida e l’adozione di un piano stesso, i cui criteri generali dovrebbero essere chiaramente esplicitati.

Il TAR ha rilevato come il provvedimento impugnato non abbia fornito una spiegazione plausibile delle ragioni che hanno portato a discostarsi dal Piano Provinciale di riorganizzazione, un elemento di prevedibilità e trasparenza imprescindibile in materia di decisione pubbliche.
L’istituzione di un piano di dimensionamento, pur configurandosi come atto di natura pianificatoria, non esonera l’amministrazione da un obbligo motivazionale.

In particolare, quando si opera una radicale divergenza rispetto a proposte formulate a livello comunale, come nel caso in esame, l’amministrazione è tenuta a illustrare in modo dettagliato le ragioni che hanno giustificato tale scostamento, modificando formalmente il piano stesso.
La mancata osservanza di tale obbligo, unita a una incompleta istruttoria, ha portato il TAR a ravvisare vizi procedurali che inficiano la legittimità dell’atto.
La decisione del TAR non si limita a sottolineare una carenza di motivazione, ma evidenzia una profonda frattura tra l’azione amministrativa regionale e le istanze provenienti dagli enti territoriali.
Il quartiere IV di Roma, infatti, aveva espresso fin da subito un forte dissenso rispetto alla proposta di aggregazione, ritenendola lesiva degli interessi della comunità scolastica locale.

Questa opposizione, rimasta inascoltata, ha accentuato la percezione di una decisione imposta dall’alto, priva di un reale confronto con i portatori di interesse.

La consigliera regionale del Partito Democratico, Eleonora Mattia, ha sottolineato l’urgenza di una revisione complessiva del Piano regionale di dimensionamento scolastico, invitando a ripensare le scelte alla luce delle esigenze concrete di studenti, insegnanti e famiglie.
La vicenda si configura come una vittoria per le comunità locali che hanno saputo mobilitarsi e far valere i propri diritti attraverso la via giudiziaria.
L’assessora alla Scuola del quartiere IV, Annarita Leobruni, ha definito la sentenza del TAR come una “vittoria storica”, un riconoscimento del diritto di espressione e di partecipazione delle famiglie e delle istituzioni territoriali.
L’evento non è solo un successo giuridico, ma anche un monito per le amministrazioni pubbliche, esortate a promuovere un processo decisionale più inclusivo e trasparente, capace di ascoltare e di valorizzare le istanze provenienti dal territorio.

La vicenda solleva, in definitiva, una questione di principio: la necessità di un equilibrio tra l’azione programmatoria regionale e il rispetto delle specificità locali, garantendo un sistema scolastico realmente rispondente alle esigenze di ogni comunità.

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