lunedì 6 Ottobre 2025
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Tecnodio, il.gioco di sicurezza.

La recente escalation di tensioni che ha coinvolto il Liceo Artistico Caravillani di Roma e la comunità religiosa del Tempio Beth Michael rappresenta una profonda ferita alla tessitura del tessuto sociale e un monito severo per le istituzioni educative.
La scuola, intesa come luogo di crescita civile e intellettuale, deve incarnare e promuovere i principi fondamentali della convivenza democratica: il rispetto incondizionato della dignità umana, la libertà di espressione nel solco del dibattito costruttivo e la tutela della sicurezza di ogni membro della comunità scolastica.
La recente vicenda, purtroppo, ha visto la rottura di questo delicato equilibrio.
La Dirigente Scolastica, Gioconda Martucci, con fermezza e chiarezza, ha condannato ogni forma di violenza, fisica e verbale, ribadendo il diritto inviolabile di studenti, docenti e personale scolastico a operare in un ambiente protetto e libero da intimidazioni.

Queste azioni, che hanno destabilizzato la scuola e turbato la serenità della comunità, richiedono un’indagine accurata e un intervento immediato da parte delle autorità competenti, al fine di accertare le responsabilità e prevenire il ripetersi di episodi simili.
Al di là dell’immediata gestione della crisi, è imprescindibile un ripensamento profondo del rapporto tra l’istituzione scolastica e la comunità religiosa circostante.
Il Liceo Caravillani, da sempre custode di valori di pluralismo culturale e religioso, deve riaffermare il proprio ruolo di ponte tra diverse culture, promuovendo un dialogo costruttivo e un’aperta comprensione reciproca.
Questo implica non solo un percorso di riconciliazione con la comunità ebraica del Tempio Beth Michael, ma anche un rinnovato impegno a sensibilizzare gli studenti sull’importanza del rispetto delle diversità e sulla necessità di contrastare ogni forma di pregiudizio e discriminazione.
La telefonata di cordoglio e disponibilità al dialogo del Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun, testimonia la volontà di superare le tensioni e ricostruire un clima di fiducia.

L’apertura di Fadlun, unita alla disponibilità della Dirigente Martucci a un incontro chiarificatore, rappresenta un segnale positivo e un punto di partenza per un percorso di riconciliazione.

È fondamentale che questo dialogo si traduca in azioni concrete, volte a rafforzare i legami tra le due comunità e a promuovere una cultura della convivenza pacifica.
In questo contesto, il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha giustamente sottolineato il ruolo cruciale del dialogo e del rispetto reciproco come antidoti all’odio e alla prevaricazione.

La scuola non può essere un mero luogo di trasmissione di conoscenze, ma deve formare cittadini consapevoli, responsabili e capaci di affrontare le sfide di una società complessa e multiculturale.

La vicenda del Liceo Caravillani ci ricorda, con urgenza, la necessità di investire nell’educazione alla cittadinanza, nella promozione dei diritti umani e nella lotta contro ogni forma di intolleranza, per costruire un futuro di pace e convivenza civile.

È un’occasione per riflettere su come le nostre istituzioni possano essere più efficaci nel promuovere l’inclusione e nel prevenire la violenza, alimentata spesso da incomprensioni e paure.

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