Nel cuore dell’entroterra casertano, un tragico evento ha spezzato la quiete di Vallemaio, un piccolo borgo incastonato tra le colline che fungono da confine naturale tra il suo territorio e Sant’Andrea del Garigliano.
Luigi Rotondo, settantenne falegname in pensione, ha perso la vita in circostanze drammatiche, vittima di un attacco inaspettato da parte di un cinghiale.
L’episodio, avvenuto nel pomeriggio, ha gettato un’ombra di sgomento sull’intera comunità, suscitando interrogativi e riflessioni più ampie sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica in un territorio sempre più antropizzato.
Luigi, figura radicata nel tessuto sociale locale, noto per la sua abilità artigianale e la sua pacata indole, era probabilmente impegnato in attività legate al territorio quando è stato improvvisamente investito dall’ungulato.
Secondo le prime ricostruzioni fornite dai carabinieri, il tragico incidente si è verificato durante una battuta di caccia al cinghiale, un’attività che, seppur regolamentata, presenta intrinsecamente rischi legati alla imprevedibilità del comportamento degli animali selvatici.
Il cinghiale, con una carica improvvisa e violenta, ha reciso l’arteria femorale dell’uomo, provocando un emorragia incontrollabile.
I colleghi di caccia, testimoni diretti dell’accaduto, hanno immediatamente lancato l’allarme, mobilitando i soccorsi sanitari.
Purtroppo, l’intervento dei medici si è rivelato vano; il decesso è stato constatato sul posto.
Le indagini, affidate alla dottoressa Chiara D’Orefice, magistrato della Procura di Cassino, sono ora in corso per accertare con precisione la dinamica dell’incidente e valutare eventuali responsabilità.
I carabinieri della Compagnia di Pontecorvo stanno raccogliendo testimonianze e acquisendo elementi utili a ricostruire l’esatta sequenza degli eventi, con particolare attenzione alle modalità di svolgimento della battuta di caccia e al rispetto delle normative in materia di sicurezza e tutela della fauna selvatica.
L’evento solleva questioni delicate relative alla gestione del territorio, all’equilibrio ecologico e alla sicurezza delle persone che vivono e operano in aree a forte presenza di fauna selvatica.
La presenza di ungulati, in particolare, è in costante aumento, a causa di fattori quali il cambiamento climatico, la frammentazione degli habitat e la riduzione dei predatori naturali.
L’episodio tragico di Vallemaio rappresenta un monito severo e invita a una riflessione più ampia sulla necessità di adottare misure preventive e strategie di gestione sostenibile del territorio, per garantire la sicurezza delle persone e la conservazione della biodiversità.
La comunità locale, profondamente scossa, piange la perdita di un uomo legato al suo borgo e si interroga su come evitare che simili tragedie si ripetano.






