Il caso di Gisella Cardia, residente a Trevignano Romano, si appresta a vivere una fase cruciale con l’imminente avvio del processo penale.
L’accusa, formulata a suo carico e a quella di suo marito Gianni Cardia, è di concorso in truffa aggravata, un’ipotesi di reato che investe direttamente la presunta manipolazione emotiva e finanziaria di una comunità di fedeli.
Al centro della vicenda si collocano le presunte apparizioni mariane e fenomeni di trasudazione attribuiti alla Beata Vergine, eventi che, secondo l’accusa, sarebbero stati orchestrati per indurre donazioni consistenti, per un ammontare complessivo stimato in 365.000 euro.
La destinazione di tali somme, cruciale per l’accertamento della responsabilità, risulta non corrispondere alle finalità di beneficenza delineate nello statuto del culto della Madonna di Trevignano, sollevando interrogativi sulla corretta gestione delle risorse e l’effettivo impatto sul territorio.
Il fenomeno di Trevignano Romano, nato attorno alla figura di Gisella Cardia, ha catalizzato l’attenzione dei media e suscitato un acceso dibattito pubblico, polarizzando le opinioni tra chi vi scorge un autentico evento soprannaturale e chi, al contrario, ne ravvisa una sofisticata operazione di manipolazione psicologica volta al profitto.
La vicenda, intrinsecamente legata alla sfera della fede e della spiritualità, interseca temi complessi quali il rapporto tra religione, potere e denaro, la vulnerabilità dei credenti e i rischi di strumentalizzazione emotiva.
L’inizio del processo, fissato per il 7 aprile 2026 presso il Tribunale di Civitavecchia, rappresenta una tappa fondamentale per l’accertamento della verità dei fatti e la ricostruzione della dinamica degli eventi.
La magistratura dovrà valutare attentamente le prove a disposizione, analizzando la credibilità dei testimoni e accertando la sussistenza degli elementi costitutivi del reato di truffa.
La ricostruzione del percorso economico dei fondi raccolti e la verifica della loro effettiva destinazione a opere di beneficenza rappresentano aspetti cruciali per determinare la responsabilità penale dei Cardia.
Solange Marchignoli, legale di Gisella Cardia, ha espresso la serenità della sua assistita in relazione al rinvio a giudizio, sottolineando la volontà di cooperare pienamente con la giustizia e di chiarire ogni aspetto della vicenda.
La dichiarazione, seppur potenzialmente strategica, mira a presentare l’immagine di una donna fiduciosa nel sistema giudiziario e desiderosa di dissipare ogni dubbio sulla sua onestà e sulla veridicità delle sue esperienze.
La prospettiva di una “trasparenza” dei fatti e la speranza di porre fine a “speculazioni” e “polemiche” suggeriscono una consapevolezza della delicatezza della situazione e un tentativo di recuperare una narrazione più favorevole.
Il processo si preannuncia pertanto come un banco di prova non solo per la giustizia penale, ma anche per la comprensione delle dinamiche complesse che animano il mondo della fede e della spiritualità.







