Un’operazione della polizia di Roma ha portato all’arresto di due individui, originari dell’area esterna a Napoli, accusati di sessanta episodi di truffa ed estorsione ai danni di anziani, con un ammontare complessivo sottratto che si aggira intorno all’800.000 euro.
L’inchiesta, condotta per diversi mesi dagli investigatori del VII Distretto di Polizia di Stato, sotto la direzione della Procura, ha svelato un sofisticato schema criminale che si avvaleva della manipolazione emotiva e della vulnerabilità delle vittime.
La tattica impiegata dalla coppia si basava sull’inganno psicologico.
I truffatori, dopo un’accurata selezione di potenziali vittime, persone anziane spesso isolate e prive di un solido supporto familiare, stabilivano un primo contatto telefonico.
Si presentavano come parenti in difficoltà, tessendo storie elaborate che coinvolgevano incidenti stradali, procedimenti legali imminenti o altre emergenze apparentemente gravi.
L’obiettivo era quello di suscitare un istinto di solidarietà e un senso di urgenza nella vittima, inducendola a fornire denaro per evitare conseguenze più gravi, spesso descritte in termini vaghi e minacciosi.
Successivamente, una volta conquistata la fiducia della potenziale vittima, entrava in gioco il secondo complice.
Questo si presentava a domicilio, spesso mascherandosi da dipendente delle Poste o da corriere incaricato di riscuotere la somma richiesta, unitamente a gioielli o altri beni di valore, per saldare il presunto debito.
La rapidità dell’operazione, unita all’apparente ufficialità del personaggio, impediva alle vittime di reagire o di verificare l’identità del richiedente.
La professionalità nell’esecuzione del piano, che mirava a sfruttare la buona fede e la sensibilità delle vittime, rendeva particolarmente efficace lo schema criminoso.
L’attività investigativa, complessa e articolata, ha fatto ampio ricorso a tecniche di analisi forense digitale e di geolocalizzazione.
L’incrocio dei dati tabulari telefonici, integrato con l’analisi dei flussi di traffico veicolare rilevati dai sistemi satellitare, ha permesso di ricostruire gli spostamenti dei responsabili e di identificarli con precisione.
Di particolare rilievo si è rivelato il contenuto dei telefoni cellulari sequestrati, che conteneva una documentazione dettagliata dei preziosi e del denaro sottratti, rappresentando una prova tangibile delle attività illecite.
Il riconoscimento da parte delle vittime degli oggetti fotografati ha fornito la conferma definitiva dell’identità dei truffatori, consolidando il quadro indiziario e consentendo la richiesta di emissione delle ordinanze di arresto.
L’operazione sottolinea la crescente sofisticazione delle truffe ai danni di anziani e l’importanza di una vigilanza costante da parte delle forze dell’ordine, supportata da una maggiore sensibilizzazione della popolazione.







