Un’articolata rete di truffatori, specializzati nel mirare alla vulnerabilità di anziani, è stata smantellata dalla Polizia Stradale di Cassino, con un’indagine lampo che ha portato all’arresto di sei persone e alla denuncia di altre quattro.
L’operazione, durata solo quindici giorni, ha svelato un modus operandi sofisticato e spietato, che ha colpito diverse regioni – Lazio, Marche e Liguria – lasciando un solco di smarrimento e perdite economiche ingenti.
Il Procuratore della Repubblica di Cassino, Carlo Fucci, e il sostituto Maria Beatrice Siravo, hanno illustrato in conferenza stampa come i truffatori abbiano sfruttato la paura e la fiducia degli anziani, ricorrendo a scenari elaborati e manipolatori.
Le vittime, tutte ultraottantenni, risiedono in diverse località come Viterbo, Ascoli Piceno, Savona, Rieti e Fermo, sottolineando l’estensione geografica dell’attività criminale.
Le tecniche utilizzate, lungi dall’essere improvvisate, riflettono una profonda conoscenza delle dinamiche psicologiche e delle debolezze umane.
Tra le più ricorrenti, emerge la farsa dell’arresto di un familiare – un figlio o una figlia – che richiede un immediato riscatto, spesso simulato attraverso comunicazioni urgenti e minacciose.
In un caso particolarmente gravoso, un’anziana signora è caduta vittima di questa trappola, consegnando ben novanta mila euro in contanti, prontamente recuperati grazie all’intervento della Polizia Stradale.
Un altro stratagemma, altrettanto insidioso, prevedeva la simulazione di un’emergenza sicurezza: presunti agenti delle forze dell’ordine contattavano le vittime durante la notte, segnalando furti imminenti nella loro zona e inducendole a “proteggere” i propri beni, consegnandoli a un carabiniere che si sarebbe presentato a ritirarli.
La sottosezione di Cassino, con un’acuta sensibilità investigativa, ha saputo cogliere segnali di anomalia, non solo attraverso segnalazioni di veicoli sospetti, ma anche agendo di iniziativa, individuando veicoli in transito che destavano particolare attenzione.
Il Procuratore Fucci e il sostituto Siravo hanno enfatizzato l’intuito e la professionalità dei poliziotti, elementi cruciali per il successo dell’operazione.
L’indagine non si è fermata qui: ulteriori tre arresti sono stati eseguiti a Gaeta, in relazione a un’altra truffa ai danni di un’anziana, che ha comportato l’effettuazione di ingenti bonifici, uno dei quali addirittura di quarantotto mila euro.
Anche in questo caso, il trucco si basava sulla presunta emergenza sicurezza, con la vittima indotta a trasferire ingenti somme di denaro.
Un elemento particolarmente sofisticato è stato l’utilizzo di tecniche di spoofing per mascherare il numero di telefono di chiamata, facendolo comparire come se provenisse dalla caserma dei Carabinieri di Gaeta, rafforzando così la credibilità della truffa e disorientando la vittima.
Questa capacità di manipolazione tecnologica evidenzia l’alto livello di preparazione e la pericolosità dei truffatori, sottolineando l’importanza di una maggiore sensibilizzazione e di una rigorosa applicazione della legge per proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione.
L’operazione dimostra come la combinazione di un’attenta analisi del territorio, un’efficace collaborazione tra le forze dell’ordine e un’immediata risposta alle segnalazioni possano portare a risultati significativi nella lotta contro la criminalità organizzata.