Un grave episodio di appropriazione indebita e abuso di fiducia ha scosso l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) di Rieti, con la denuncia da parte della Guardia di Finanza di due figure apicali del sistema sanitario locale, accusate di truffa aggravata a danno dell’ente pubblico e falsità ideologica in atto pubblico.
L’inchiesta, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, ha svelato un quadro di comportamenti deliberatamente fraudolenti finalizzati all’ottenimento indebito di permessi retribuiti, previsti per l’assistenza a familiari affetti da grave disabilità.
Le indagini hanno portato alla luce una dinamica allarmante: i due dirigenti medici, in una narrazione strutturata e reiterata, attestavano falsamente la necessità di assistere congiunti disabili, al solo scopo di giustificare assenze prolungate dal servizio con mantenimento della piena retribuzione.
La loro strategia, oltre alla violazione della legge, rivela una profonda mancanza di etica professionale e di rispetto nei confronti della collettività.
Gli accertamenti, meticolosi e documentali, hanno evidenziato una precisa pianificazione nell’utilizzo dei benefici.
I permessi venivano sistematicamente richiesti e “pretendcontexti” in concomitanza con fine settimana, festività e “ponti”, estendendo artificialmente i periodi di riposo e mascherandoli sotto il pretesto dell’assistenza familiare.
Questa manipolazione del sistema non solo ha leso il patrimonio pubblico, ma ha anche distorto le priorità e l’allocazione delle risorse sanitarie.
Durante i periodi di assenza giustificati, i due dirigenti si dedicavano ad attività estranee all’assistenza ai familiari disabili, documentate da viaggi di svago e acquisti, spesso in località turistiche rinomate come la Costiera Amalfitana e la Penisola Sorrentina.
Questi comportamenti, in contrasto con i requisiti di convivenza e di effettiva assistenza previsti dalla normativa, evidenziano una deliberata volontà di ingannare il sistema e di sfruttare una lacuna normativa per fini personali.
L’azione dei due dirigenti ha generato un significativo disagio organizzativo all’interno della struttura sanitaria.
La loro assenza programmata ha comportato un aumento del carico di lavoro per i colleghi, costretti a compensare le loro assenze spesso a scapito del proprio tempo libero o a discapito della rotazione del personale, con un impatto negativo sull’efficienza complessiva dei servizi e sulla continuità dell’assistenza ai pazienti.
Questo, di fatto, ha minato la capacità dell’ASL di garantire un’erogazione equa ed efficiente dei servizi sanitari alla popolazione.
L’inchiesta, innescata da una segnalazione, si è sviluppata attraverso pedinamenti e un’analisi approfondita della documentazione, trovando riscontro a condotte fraudolente confermate anche attraverso testimonianze.
Le rilevazioni hanno quantificato in oltre 370 i giorni di permessi e congedi indebitamente fruiti tra luglio 2023 e giugno 2025, con un danno patrimoniale stimato in circa centomila euro, comprensivi di stipendi e contributi non spettanti.
Questo episodio solleva interrogativi cruciali sull’efficacia dei controlli interni all’ASL e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e repressione delle frodi nel settore sanitario, al fine di tutelare il patrimonio pubblico e garantire la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
L’intera vicenda rappresenta un campanello d’allarme che richiede una riflessione profonda e un intervento risolutivo per ripristinare i principi di correttezza, trasparenza e responsabilità all’interno del sistema sanitario locale.






